Si è alzato dalla panchina di scatto, lo sguardo dritto verso i binari. Non ha esitato, ha atteso il momento giusto, quello in cui il treno era più vicino, e si è lanciato. Il tutto, sotto gli occhi della madre, impotente davanti al drammatico gesto del figlio. Un diciannovenne di Pordenone, fino a pochi minuti prima in cura all’Angelo di Mestre, ieri pomeriggio si è tolto la vita così, alla stazione ferroviaria dell’ospedale.
Il giovane, travolto dal convoglio in arrivo, è stato trascinato per quasi un centinaio di metri. Inutili i soccorsi: per lui non c’era più nulla da fare. Il ragazzo si trovava all’ospedale di Mestre per un incidente avvenuto qualche giorno fa. Si era ferito ed era stato poi trasferito da un altro ospedale, per essere ricoverato in ortopedia.
Nulla di particolarmente grave, a quanto sembra: il 19enne, infatti, accompagnato dalla madre, aveva chiesto di poter essere dimesso. I medici, considerato il quadro clinico, avevano acconsentito. I due, lasciato il nosocomio, intorno alle 16.40, si sono diretti verso la stazione per prendere il treno e tornare a Pordenone, dove risiedono.
Si sono seduti su una panchina, in attesa della corsa. Gli investigatori della Polfer, ora, stanno cercando di ricostruire cosa sia accaduto in quei pochi attimi. Il giovane, in passato, pare avesse mostrato qualche instabilità a livello psichiatrico. Ma, appunto, nulla che fosse riconducibile al ricovero di ieri. La polizia sta cercando di capire (solo ai fini di una ricostruzione puntuale dell’accaduto) se vi sia stata una qualche discussione, o qualche momento di tensione e sembrerebbe dipenda da quest’ultima a causa di un suo malessere riconducibile alla depressione.
A un certo punto, senza nessun segnale, senza alcun preavviso per la madre, si è alzato in piedi e si è lanciato verso i binari. Questione di frazioni di secondo: la donna è rimasta impietrita, poi è scoppiata in lacrime. Sotto choc il resto dei passeggeri in attesa, sconvolti da quella scena macabra e straziante. Sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco, il personale del pronto soccorso e, per le indagini di rito, la polizia ferroviaria. Non ci sarebbero dubbi sulla natura volontaria del gesto, motivo per cui il magistrato di turno dovrebbe dare automaticamente, alla famiglia, il nulla osta per i funerali.
La donna è stata presa in carico da medici e infermieri e portata in pronto soccorso in barella. In queste ore, il personale dell’Ulss, come assicurato ieri dalla stessa azienda sanitaria, le fornirà tutto il sostegno psicologico possibile per cercare di affrontare un trauma così devastante. L’area è stata interdetta per oltre un’ora, per permettere i rilievi e il recupero della salma. LINEE BLOCCATE Il treno, in arrivo da Venezia sulla linea di Tarvisio e diretto a Sacile, si è fermato alle 16.45, a cento metri di distanza dalla fine del marciapiede. A bordo, circa duecento viaggiatori. Il traffico ferroviario è stato quindi sospeso in entrambe le direzioni di marcia. Inevitabili i ritardi, che hanno coinvolto 16 treni regionali. Trenitalia ha previsto quindi deviazioni da Mogliano a Venezia, su Marocco e Spinea, con cancellazione provvisoria della fermata di Mestre Ospedale. Il regionale coinvolto nell’incidente è ripartito alle 18.20, con 92 minuti di ritardo. Treno che, però, ha limitato la sua corsa a Treviso. La circolazione è tornata operativa alle 18.35.