«Abbiamo vinto la battaglia contro il Covid-19». La premier neozelandese Jacinta Arden pronuncia queste parole consapevole di essere un esempio unico al mondo: un solo caso positivo ieri, meno di dieci al giorno per settimane. Nel Paese i contagiati sono stati 1469 e i morti si sono fermati a 19. Non è, però, il momento di cantare vittoria. Il nemico è infido e può tornare. Per questo la giovane premier, 39 anni, al governo dal 26 ottobre 2017, ha chiesto ai cittadini di rimanere « vigili se vogliamo che continui ad essere così».
Da domani riprenderanno alcune attività economiche non essenziali, servizi sanitari e scolastici. Ma il livello d’allerta rimarrà alto, da quattro scenderà a tre. «Riapriamo l’economia ma non la vita sociale delle persone — ha detto Ardern —. Lo so che tutti i cittadini vogliono tornare alla vita normale ma dobbiamo procedere con prudenza, non possiamo rischiare di perdere quello che abbiamo guadagnato, se dobbiamo rimanere a livello tre ci resteremo». (Continua…)
Se tutto andrà bene, già dall’11 maggio si potrà fare un ulteriore passo avanti per limitare le restrizioni, passando al livello 2 di isolamento. Ma come ha fatto la Nuova Zelanda a vincere la battaglia? Sin dall’inizio, l’obiettivo di Wellington non è stato né il contenimento né il rallentamento del contagio o un’immunità di gregge, bensì l’immediata soppressione totale del virus.
La premier ha giocato d’anticipo: il blocco dei viaggiatori cinesi a inizio febbraio, la chiusura delle frontiere ai non residenti a metà marzo, quarantene ai confini, poi tamponi a tappeto e tracciabilità dei contatti. Il 23 marzo quando la pandemia era ancora in una fase iniziale e gli infetti erano solo 100 ha imposto un mese di lockdown totale, poi prolungato di una settimana. (Continua…)
Una strategia che si è rivelata vincente perché la curva dei contagi si è avvicinata allo zero in sole due settimane. Nonostante questi dati Ardern ha deciso di non allentare le restrizioni per Pasqua in modo da «sconfiggere» totalmente la malattia. Il metodo neozelandese di «eliminazione» piuttosto che di «contenimento» è oggetto di studio.«Rispetto al resto del mondo abbiamo fatto qualcosa di incredibile» ha detto la premier.
Un grande successo per Jacinda Ardern che viene ormai celebrata come una delle leader più efficaci del momento, subito dopo la cancelliera Angela Merkel. E come se non bastasse la premier ha anche deciso di ridursi lo stipendio da 470mila dollari neozelandesi (260mila dollari l’anno) del 20 per cento per i prossimi sei mesi. Lo stesso hanno fatto gli altri ministri.