Il cantautore ha parlato di “una bolla in cui non hai aspettative, non c’è futuro e accadono cose tremende da cui non si esce”
Il rap, l’hip hop, il trap vengono spesso considerati generi musicali “cattivi”. Fatti anche di tratti duri e, a volte, volgari. Uno dei massimi esponenti italiani del momento, Achille Lauro, dimostra invece di avere un cuore grande. La sua riflessione è commovente.
32enne nato a Verona, ma vissuto nella periferia romana. Pseudonimo di Lauro De Marinis. Ha partecipato alla 69ª edizione del Festival di Sanremo con il brano Rolls Royce e alla 70ª edizione con il brano Me ne frego. Deve il suo nome d’arte dall’omonimo armatore partenopeo, una scelta dettata semplicemente dall’associazione che in molti, quando era più giovane, erano soliti fare tra il suo nome di battesimo, Lauro, e il cognome, appunto, dell’armatore.
Proprio il suo più grande successo, “Rolls Royce” è stato in passato accusato di essere un inno alla droga.
E, in particolare, all’ecstasy. Ma il cantautore ha sempre smentito. Ha rappresentato San Marino all’Eurovision Song Contest 2022 con il brano Stripper.
Proprio nel 2022, nel corso dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, Achille Lauro ha fatto molto parlare di sé. Sul palco dell’Ariston, durante l’esibizione con il brano “Domenica”, ha mimato il sacramento cristiano del battesimo versandosi dell’acqua sulla fronte, come omaggio al compleanno della madre, che professa la religione cattolica. Il gesto del cantante ha suscitato numerose polemiche, soprattutto da parte di esponenti del clero cristiano. In tanti hanno protestato, ma, certamente, Achille Lauro ha ottenuto il risultato: far parlare di sé.
Insomma, con la propria musica, con i propri gesti, il cantante è sempre stato sopra le righe. Ma in una recente intervista ha anche dimostrato di avere una grande sensibilità e di aver saputo dare una svolta alla propria vita, che stava andando a rotoli.
In quest’occasione, Achille Lauro ha raccontato dell’infanzia, non semplice, vissuta nella periferia romana: “Mi sono reso conto che stavo crescendo in un bolla sbagliata che mi avrebbe portato nella merda. Se parlo di droga non è quella che gira nel mondo dello spettacolo, ma di una bolla in cui non hai aspettative, non c’è futuro e accadono cose tremende da cui non si esce intatti” ha detto, ricordando come avesse smesso di andare a scuola e si stesse buttando via.
“Dopo i 20 anni capisci che quelle non sono più cazzate, ma che stai buttando la tua vita nel cesso, stai diventando un uomo e se continui non puoi più cambiare strada ed è tardi per la redenzione” ha aggiunto. Ma Achille Lauro è riuscito a dare una svolta, anche grazie alla sua arte. E adesso è uno dei cantautori più importanti del panorama italiano.