Addio a Federica, mamma di tre figlie. La lettera di addio del marito: “Abbiamo perso”

di redazione

Addio a Federica, mamma di tre figlie. La lettera di addio del marito: “Abbiamo perso”

| domenica 06 Gennaio 2019 - 14:35

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Addio a Federica, mamma di tre figlie. La lettera di addio del marito: “Abbiamo perso”

TREIA (MACERATA) – Non ce l’ha fatta Federica Branchesi, 44 anni, madre di tre figlie, parrucchiera molto conosciuta a Treia (Macerata). Moglie dell’ex consigliere comunale Michele Palazzesi, è stata portata via da un male incurabile, dopo una lunga battaglia. Il marito, sconvolto dall’accaduto, ha affidato a Facebook un lungo e commovente messaggio di addio.

Te ne sei andata in un giorno d’inverno freddo e grigio, tu che amavi il sole e il mare. La battaglia è finita. Abbiamo perso e intorno a Noi solo macerie. Hai lottato in silenzio, con immensa dignità. Io impotente al tuo fianco. Sono devastato dal dolore, mi manca l’aria e mi sento morire. Mi manchi terribilmente, la nostra casa è vuota e la nostra famiglia a pezzi. Intorno a noi solo dolore e disperazione.

Ho dovuto spezzare il cuore alle Tue amate figlie, quando le cose erano ormai giunte alla fine. Quanta sofferenza e dolore ho provocato loro. Mi porterò dietro per sempre il loro pianto: perché tutto questo?

Alice e Diletta mi hanno detto che il Signore nel suo giardino coglie i fiori più belli. Hanno anche aggiunto: “Come saremmo stati senza questa esperienza?”. Certo, ne avremmo fatto volentieri a meno, ma ci ha aperto gli occhi sulle cose importanti della vita. Già, la vita. Nella nostra c’è un prima e un dopo e ci ha traditi sul più bello: da dove potremmo mai ripartire?

Ripenso ai nostri viaggi, alle Tue fotografie: amavi tanto la fotografia e avevi un talento innato. Amavi i pittori impressionisti: quante mostre e quanti musei abbiamo visitato insieme. Amavi i fiori: Tu e le Tue orchidee. Amavi i gatti, la natura, le albe e i tramonti, che puntualmente immortalavi. Divoravi i libri: Ti piaceva Clive Cussler e hai letto tutti i sui libri: come facevi a leggere quei mattoni?

Ci siamo incontrati per caso una sera di primavera. Ricordo ancora il tuo viso innocente al nostro primo appuntamento. Da allora non ci siamo più lasciati. Non amavi il tuo lavoro perché ti aveva rubato l’adolescenza: sei sempre stata in credito con la vita. Amavi profondamente le Tue figlie, sempre ostinata a dare loro tutto ciò che non hai potuto avere. In questi tuoi ultimi giorni il tuo più grande rammarico era non aver dato loro abbastanza: fidati hai dato loro tantissimo! Non finirò mai di ringraziarti per avermi sopportato: io con i miei demoni e Tu che mi urlavi contro il tuo Amore mentre ero sordo. Mi scrivevi delle lettere bellissime. La tua sensibilità, incapace di far del male a qualcuno ma ferita spesso dal cinismo gratuito delle persone. Quante persone Ti vogliono bene: Ti amo immensamente amore mio, Ti lascio camminare in pace. Il funerale oggi alle 11 nella chiesa della Natività a Passo di Treia.

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