Lo scrittore Antonio Pennacchi è morto nella sua abitazione di Latina a causa di un malore. La notizia ha trovato conferma poco fa. Secondo una prima ricostruzione l’autore di “Canale Mussolini”, volume con cui ha vinto il Premio Strega nel 2010, era al telefono, a un certo punto non parlava più, la moglie si è accorta che qualcosa non andava ha chiesto aiuto ma per lui non c’era più nulla da fare. Antonio Pennacchi aveva 71 anni. #FOTO A FINE ARTICOLO
La moglie ha chiamato il 118, il personale dell’Ares è intervenuto con l’ambulanza e l’auto medica, ha provato a defibrillarlo ma poco dopo ha dovuto constatarne il decesso. Si è trattato quasi certamente di un infarto.
Cordoglio è stato espresso dal sindaco di Latina, Damiano Coletta: «Una enorme perdita non solo per la città ma per tutto il Paese. I suoi racconti hanno reso il nostro territorio un luogo letterario, dalla Fondazione ai giorni nostri. Pennacchi appartiene al patrimonio della città e tutti i latinensi oggi gliene rendono giustamente merito. Porgo le più sentite condoglianze alla sua famiglia a nome dell’Amministrazione comunale e di tutta Latina».
Si è unito anche il senatore pontino di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini: «Conosceva e amava Latina come pochi altri. Ha saputo raccontare la città, i suoi volti, la sua storia, le sue sfaccettature con uno stile unico e inconfondibile. Alla politica, a quella locale in particolare, lanciava invettive e provocazioni mai banali che erano fonte di riflessione per tutti».
Pennacchi è stato autore di libri di grande successo. Oltre a Canale Mussolini, famosissimo è “Il fasciocomunista” da cui nel 2007 è stato tratto anche un film “Mio fratello è figlio unico” (regista Daniele Lucchetti).
Pennacchi si era laureato in storia e filosofia durante un periodo di cassa integrazione. Aveva esordito come scrittore con ‘Mammut’, uscito nel 1995 cui era seguito, nello stesso anno, ‘Palude. Storia d’amore, di spettri e di trapiantì.
Nel 2003 il romanzo autobiografico ‘Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassì aveva ispirato il film ‘Mio fratello è figlio unicò diretto da Daniele Luchetti. Ma il successo era arrivato nel 2010 con ‘Canale Mussolinì con cui ha vinto il Premio Strega ed è entrato nella cinquina del Premio Campiello.