Alex Zanardi, il neurochirurgo gela tutti: “Cosa accadrà”

di admin

Alex Zanardi, il neurochirurgo gela tutti: “Cosa accadrà”

| domenica 23 Agosto 2020 - 19:27

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Alex Zanardi, il neurochirurgo gela tutti: “Cosa accadrà”

Alex Zanardi, il neurochirurgo gela tutti: “Cosa accadrà nei prossimi mesi”. Le parole arrivano in un’intervista al Corriere della Sera.  Solo pochi giorni fa il comunicato sanitario rilasciato dal San Raffaele di Milano aveva riaperto le speranze: “Il paziente ha risposto con miglioramenti clinici significativi.

Per questa ragione attualmente è assistito e trattato con cure semi-intensive presso l’Unità Operativa di Neurorianimazione, diretta dal professor Luigi Beretta”. Alex Zanardi sta meglio, è quello che abbiamo pensato tutti. Ed effettivamente un miglioramento c’è stato. Ma cosa significa davvero passare da terapia intensiva a cure semi-intensive? E quali sono le prospettive e i tempi di ripresa? (Continua…)

I colleghi del Corriere della Sera lo hanno chiesto alla dottoressa Rita Formisano, Primario di Neuroriabilitazione presso la Fondazione Santa Lucia di Roma la quale pur non conoscendo direttamente il caso di Zanardi ha risposto chiarendo meglio la situazione.

“Non conoscendo il caso non posso rispondere nello specifico, ma posso dire che in genere il passaggio (da intensiva a semi-intensiva, n.d.r.) si verifica quando il paziente non ha più bisogno di avere una ventilazione meccanica per respirare” spiega la dottoressa. “Sono persone che hanno bisogno di continuare comunque il.. (Continua…)

monitoraggio delle funzioni vitali perché potrebbe essere di nuovo necessario riprendere a sostenere lo stesso respiro, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa”. Per quanto riguarda ciò che dobbiamo aspettarci per il futuro la prospettiva non è purtroppo molto incoraggiante: “Esistono neuroriabilitazioni di alta specialità che, attraverso un’equipe multidisciplinare, sono in grado di guidare il recupero della respirazione e

della deglutizione per tornare all’alimentazione per bocca. Contemporaneamente, c’è la riabilitazione dopo il recupero della coscienza per guidare la ripresa del contatto con l’ambiente esterno attraverso una riabilitazione non solo motoria ma anche neuropsicologica. È un percorso inevitabilmente lungo: parliamo di mesi non certo di settimane”.

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