Allergia Come confermato da Humanitas e dalla Fondazione Veronesi, l’aumento delle allergie è dovuto a cause ben precise. Anche nel 2022 il fenomeno allergia è stato più forte del solito come avviene già da qualche anno.
Gli esperti sostengono che la maggiore diffusione di patologie allergiche registrate negli ultimi anni sono legate ai cambiamenti climatici dovuti al surriscaldamento del pianeta. Il conseguente stravolgimento delle stagioni incide sempre più sulla nostra salute.
Secondo gli ultimi dati, in Italia 12 milioni di persone soffrono di allergie respiratorie (riniti, asma) e, purtroppo, questo numero già elevato è destinato ad aumentare. Ecco perché.
Il problema dell’allergia anche in Italia è un fenomeno destinato a crescere a causa del mix micidiale di tre principali fattori responsabili di reazioni allergiche:
- L’inquinamento;
- L’aumento delle temperature;
- La diffusione maggiore dei pollini nell’aria.
Le allergie sono più frequenti perché i suddetti tre fattori incidono maggiormente rispetto al passato: l’elemento determinante è costituito dai cambiamenti climatici, cui seguono gli stravolgimenti del nostro stile di vita.
L’inquinamento alleato delle allergie
L’inquinamento (in particolare la diffusione di particelle esauste del diesel nell’aria) causa un aumento delle manifestazioni allergiche. In sostanza, sale il rischio di allergie. Perché?
Perché le particelle esauste del diesel si legano ai pollini favorendo i loro effetti dannosi sul nostro organismo.
Nuovi pollini presenti nell’aria
Gli esperti segnalano un altro fenomeno: l’aumento di asma e riniti è dovuto anche a nuovi pollini altamente allergeni presenti nell’aria. Il pericolo proviene da nuove piante come la statunitense ambrosia o la betulla scandinava. Per effetto delle mutate temperature, queste piante si sono diffuse in zone geografiche dove prima non esistevano.
Allergia Fioriture precoci che durano di più
Il surriscaldamento globale anticipa il periodo di fioritura delle piante rispetto alla stagione primaverile. Di conseguenza, i pollini sono presenti nell’aria per un tempo prolungato e questo, ovviamente incide sull’aumento delle allergie.
Uno studio ha dimostrato che per certe piante parietarie il periodo di pollinazione è più ampio (90 giorni).
Da un paio di lustri, l’aumento delle temperature prolunga e intensifica il periodo di impollinazione: non solo aumenta il numero di persone sensibili a più allergeni, ma i sintomi si accentuano e durano di più. Sono soprattutto le graminacee (dei campi), la paritaria (in città), l’ontano e la betulla a provocare reazioni allergiche.