Un’altra sparatoria insanguina l’America, a pochi giorni da quella messa a segno da un giovane suprematista bianco al food festival in California. Questa volta il teatro della tragedia è un affollato supermercato della catena Walmart di El Paso, Texas, la città del candidato presidenziale Beto O’Rourke. Un supermercato all’interno del grande centro commerciale Cielo Vista, un nome poetico che ricorda Cielo Drive, l’indirizzo di Beverly Hills in cui 50 anni fa la setta Manson mise a segno il suo delitto più brutale.
Il bilancio provvisorio dell’ultima strage è di almeno 18 morti e diversi feriti. E ad agire sarebbe stato un solo killer. La conferma della polizia è arrivata dopo più di un’ora durante la quale si sono susseguite diverse notizie e lo stesso ufficio del sindaco aveva parlato di tre persone arrestate. Nulla si sa invece, al momento, sul movente della strage. Quel che è certo è che per un’ora durata un’eternità le migliaia di clienti che si trovavano nei negozi e nei ristoranti, particolarmente affollati il sabato pomeriggio sono piombati nel terrore.
Dopo i primi spari c’è stato un fuggi fuggi generale, come mostrano le prime immagini scattate dai presenti con i telefonini e subito rilanciate dalle tv americane. L’area però è così grande che nessuno sapeva esattamente in che direzione scappare. Alcuni locali hanno fatto scattare immediatamente il lockdown, isolandosi dal resto dello shopping center. Diversi visitatori hanno telefonato alle forze dell’ordine e hanno cominciato a mandare sms ai propri cari. La polizia è arrivata in forze, insieme all’Fbi e alle ambulanze, ma è passata almeno un’ora prima della cattura del killer. “Davvero straziante. Stai al sicuro El Paso, per favore seguite tutte le indicazioni del personale di emergenza”, aveva twittato O’ Rourke, tra i candidati più battaglieri contro la violenza delle armi da fuoco.
“Il nostro dipartimento sicurezza sta assistendo le autorità locali e federali per portare questa tragedia alla conclusione più rapida e sicura possibile”, aveva twittato a sua volta il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, ringraziando i primi soccorritori. Nel frattempo Donald Trump veniva aggiornato e telefonava al ministro della giustizia William Barr e allo stesso Abbot.
Nella recente sparatoria californiana, durante il Gilroy Garlic Festival, erano morte tre persone: due bambini, uno di sei anni e una di 13 anni, e un ragazzo ventenne. Almeno 12 i feriti. A sparare era stato Santino William Legan, 19enne di origini italo-iraniane simpatizzante ‘suprematista’. Aveva usato il fucile d’assalto Ak-47, una delle armi più usate nelle sparatorie americane.
In California è vietato, ma lui l’aveva acquistato in Colorado. Poco prima del gesto folle, di cui ancora non si conoscono le motivazioni, Legan aveva pubblicato sul suo scarno account Instagram di soli tre post un’immagine del festival dell’aglio. In un altro post il ragazzo faceva riferimento al libro ‘Might Is RIght’, scritto nel 1890 con lo pseudonimo di Ragnar Redbeard. Un volume di principi misogini e razzisti, che proclama la superiorità della razza anglosassone. “Sono arrabbiato”, aveva gridato mentre apriva il fuoco, prima di essere ucciso dalla polizia, anche se secondo l’ultima versione avrebbe fatto in tempo a spararsi per togliersi la vita.