“Andrà tutto bene”, morto l’autore simbolo del Coronavirus

di admin

“Andrà tutto bene”, morto l’autore simbolo del Coronavirus

| domenica 04 Ottobre 2020 - 21:51

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“Andrà tutto bene”, morto l’autore simbolo del Coronavirus

Il suo ricordo con tutte le foto a fin articolo. Derek Mahon è morto a 78 anni, dopo una breve malattia la notte scorsa nella città irlandese di Cork. Lo scrittore nordirlandese è considerato uno dei poeti contemporanei di lingua inglese di maggiore originalità, con la sua voce che si è levata ostinatamente contro le tensioni e le violenze dell’Irlanda del Nord.   Il mantra “Andrà tutto bene” All’inizio della pandemia  di coronavirus nello scorso marzo, Mahon lesse sulla tv pubblica irlandese, la sua iconica poesia  “Andrà tutto bene”, pubblicata nel 2011.

Una poesia che è diventata un mantra in Irlanda durante il Covid, e uno slogan mondiale   L’ironia e la malinconia Mahon tratteggiava nelle sue poesie la  quotidianità, ma anche l’identità, le radici culturali, la  brutalità della storia. Tratti dal tono ironico, straniato o malinconico. Si è affermato con “Night crossing” (1968), un’opera poetica con cui ha elaborato temi tratti dalla vita quotidiana. Alla sua opera lo studioso Enrico Reggiani ha dedicato il saggio “In Attesa della Vita, Introduzione alla poetica di Derek Mahon” (Vita e Pensiero, 1996). (Continua…)

Tra le sue raccolte di versi tradotte in italiano “L’ultimo re del fuoco”  (Trauben, 2000) e il racconto “Il ponte della pioggia” (Valige rosse,  2019).   Chi è Derek Mahon Nato a Belfast il 23 novembre 1941, Mahon si è specializzato in  francese presso il Trinity College di Dublino (1965); dopo aver  insegnato per alcuni anni e aver trascorso un periodo in Canada e  negli Stati Uniti, nel 1970 si è stabilito a Londra dove si è dedicato al   giornalismo e lavorando per testate come “Atlantis”, “Vogue” e il  “New statesman”).

Ha inoltre collaborato con la Bbc scrivendo numerosi adattamenti per la televisione.   Il paragone con Louis MacNeice e  Samuel Beckett, Straniamento, arguzia, ironia avvicinano Mahon a Louis MacNeice e a Samuel Beckett, anche se nelle sue raccolte poetiche diviene sempre più manifesto l’elemento malinconico e inquietante della sua ispirazione: “Lives” (1972) e “The snow party” (1975), sono spesso concentrate su figure isolate e marginali, “Light music” (1977) e “Poems 1962-1978” (1979). (Continua…)  

In “The hunt by night” (1982), che trae il titolo da una poesia dedicata al dipinto “La caccia notturna” di Paolo Uccello,  Mahon affronta il nodo civiltà-barbarie in un linguaggio asciutto che  sottolinea l’impotenza dell’uomo di fronte alla violenza della storia.   Traduzioni e adattamenti per la tv Mahon è autore, oltre che di traduzioni, di adattamenti televisivi e 

riscritture teatrali dai classici greci come “The Bacchae: after  Euripides”, 1991, e i francesi “The school for wives: a play in two  acts after Molière” del 1986; “Racine’s Phaedra” 1996, e “Cyrano de  Bergerac” nel 2004. Nel 1990 ha curato, insieme a Peter Fallon, “The Penguin book of contemporary Irish poetry”. Le sue raccolte I suoi lavori giornalistici sono raccolti in “Journalism: selected prose 1970-1995” (1996).  Numerose le raccolte delle sue poesie  come “Collected poems”, 1999 e “Selected poems” del 2000. 

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