Nel cast di “Mare Fuori” c’è anche Anna Ammirati. Nota per aver recitato da protagonista in “Monella”, pellicola di Tinto Brass uscita nel 1998, l’attrice campana nella serie tv dei record interpreta Liz, un’educatrice dell’Istituto di Pena Minorile.
Anna Ammirati non rinnega il film erotico che le ha dato una grande popolarità. “Mi sono buttata senza sapere se avessi il paracadute – dice in un’intervista a “Il Messaggero” – Anzi, senza sapere se si fosse aperto. Io di quel set ho un bel ricordo, e no: non è mai successo niente di spiacevole”.
“Tinto? Prima casa sua era piena di gente, lo hanno abbandonato tutti”
“Tinto ha consegnato alla storia il mio fondoschiena, che non è mai stato così bello – aggiunge – E l’ha paragonato alla luna. Una figata. Qualche volta chiamo la moglie per sapere come sta.
Sono andata a trovarlo due anni fa, lo hanno abbandonato. Ai tempi di Monella, casa sua era piena di gente, c’era spesso Bertolucci, in sedia a rotelle, che veniva a trovarlo. Quando non ci sarà più, lo chiameranno genio”.
Il prossimo 26 marzo, il regista compirà 90 anni. Riguardo ai pregiudizi, la “Monella” di Tinto Brass dice: “Dopo è successo che qualcuno ha pensato che se mostravo il c*lo in un film, sarei stata disposta a fare altro. Non era così e l’ho dimostrato. Se hai talento vai avanti, se sei cagna ti fermi”.
“Sono stata una ragazzina ribelle, facevo a botte con tutti”
Dopo “Monella”, Anna Ammirati si è divisa tra tv, cinema e teatro. Fino ad arrivare a “Mare Fuori”. Secondo l’attrice, la serie ha così tanto successo “perché parla di amore e di coraggio”.
“Io stessa sono stata una ragazzina ribelle, facevo a botte con tutti – confessa – Ero molto arrabbiata. Non mi piacevo, non mi invitavano alle feste. Adesso non vorrei replicare il monologone sanremese di Chiara Ferragni, che ha detto che le ragazze dovrebbero credere di più in se stesse. Però”.
“Il carcere? L’ho visto per preparare la serie – conclude – Negli occhi dei detenuti ho riconosciuto lo sguardo dei miei coetanei, quelli che da ragazza incrociavo sulla circumvesuviana. Scendevano a Ercolano per andarsi a bucare. Sono occhi che chiedono una possibilità”.