SANDRIGO – L’avevano trovata in stato di decomposizione ai bordi di un laghetto a Sandrigo, nel Vicentino. Il cranio era deformato e il collo stretto a una cinghia legata a unsasso per evitare che la giovane femmina di pitbull riemergesse dall’acqua.
A un anno di distanza e dopo accurate indagini da parte della Procura di Vicenza, ecco la condanna a carico del proprietario: 6 mesi di reclusione, sostituiti con 6.700 euro di multa.
La pena è stata sospesa. Si è conclusa con una sentenza esemplare la vicenda del cane ritrovato l’8 marzo 2018 da alcuni operai in una cava di via Astico. Una scoperta impressionante per la quale era stato subito aperto un fascicolo.
Le ricerche dei carabinieri di Sandrigo coordinate dal pm Maria Elena Pinna, hanno consentito di identificare il proprietario grazie al microchip trovato sul corpo del cane e
all’esame dei tabulati telefonici, con i quali sono stati verificati gli spostamenti nei giorni prima del ritrovamento. «Ringraziamo procura e carabinieri per la tenacia con cui hanno condotto le indagini –
commenta Piera Costa, responsabile della Lega antivivisezione di Vicenza – Considerata la sospensione della pena, l’associazione valuterà se procedere con una richiesta di risarcimento dei danni, in qualità di parte offesa».