“Buttate pajazzo, buttate”. Una frase urlata, con le mani attorno alla bocca, quasi a scandirla all’indirizzo dell’uomo che qualche giorno fa ha scavalcato la balaustra del ponte sull’Adige della Statale 16, che congiunge Boara Polesine con Boara Pisani, rimanendo in equilibrio precario, per circa due ore e minacciando di lanciarsi di sotto. Per quella frase ora rischiano l’incriminazione per istigazione al suicidio.
Non ci sono ancora fascicoli in Procura a Rovigo al riguardo, ma gli incitatori rischiano di dover rispondere di un reato punito con la reclusione da 5 a 12 anni se il suicidio si realizza e con la reclusione da 1 a 5 anni anche se l’atto suicida non si verifica.
E fortunatamente così è stato. Dopo quasi tre ore di trattativa con agenti della polizia e una psicologa, l’uomo – 38enne albanese di Solesino – ha desistito dai suoi intenti mettendosi da solo in salvo ed è stato accompagnato in ospedale.
Tante le persone che si sono assiepate lungo il passaggio pedonale della struttura; qualcuno di loro, in particolare gli automobilisti rimasti bloccati, ha incitato a voce alta e gratuitamente l’uomo a gettarsi: “Dai salta, almeno passiamo”, ”, “Buttati giù”.
Sul posto i vigili del fuoco e la polizia locale che sta effettuando un blocco per evitare il passaggio delle auto e liberare il luogo per l’intervento delle forze dell’ordine e dei soccorritori. Ma gli stessi agenti avrebbero anche individuato le ‘teste calde’ che ora rischiano l’accusa di istigazione al suicidio.
La polizia scientifica ha infatti ripreso quei momenti drammatici: al vaglio le immagini. Nel frattempo procura di Rovigo ha coinvolto i Servizi sociali del Comune dove abita l’albanese perché organizzino gli incontri coi due figli dell’uomo, separato dalla moglie. L’impossibilità di vederli sarebbe stato il motivo che ha indotto il 38enne ad andare sulla balaustra del ponte sull’Adige con l’intento di togliersi la vita.