Un attentato, questo, subito condannato dalla leadership dell’organizzazione che comanda il Paese, con il suo portavoce Zabihullah Mujahid che su Twitter parla di “molti nostri compatrioti sciiti martirizzati e feriti nell’esplosione”, senza però fornire il numero esatto delle vittime.
L’esponente Taliban ha aggiunto che un’unità speciale è stata inviata sulla scena dell’attentato per poter indagare. L’azione non è stata ancora rivendicata, ma i principali indiziati sono, ancora una volta, i miliziani di Isis, non nuovi ad azioni che hanno come obiettivo dei civili appartenenti alle minoranze etniche e religiose nel Paese.
Questo attentato arriva a pochi giorni di distanza da quello del 3 ottobre, quando un commando delle Bandiere Nere aveva fatto esplodere un’autobomba vicino alla moschea Eid Gah a Kabul, uccidendo 12 persone e ferendone 32.
Un’operazione, questa, dall’alto valore simbolico perché portata a termine nel corso dei funerali della madre di Zabihullah Mujahid. Una sfida vera e propria alla leadership talebana con l’obiettivo di indebolirla e dare il via a una guerra civile nel Paese.
Non si fermano gli attacchi contro la popolazione civile in Afghanistan che si sono intensificati dalla presa del potere dei Taliban nel Paese, soprattutto ad opera dello Stato Islamico nel Khorasan intenzionato a indebolire la leadership degli Studenti coranici e destabilizzare ulteriormente la situazione.
Questa mattina almeno 100 persone sono morte, mentre altre 140 sono rimaste ferite in un’altra esplosione ad opera di un attentatore kamikaze avvenuta in una moschea a Kunduz, nel nord del Paese, secondo quanto riferito dalla polizia talebana.