“Avevo le parti intime gonfie”: gravi accuse di una ragazzina a Don Michele

di redazione

“Avevo le parti intime gonfie”: gravi accuse di una ragazzina a Don Michele

| giovedì 28 Marzo 2019 - 17:51

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“Avevo le parti intime gonfie”: gravi accuse di una ragazzina a Don Michele

Nuove accuse per don Michele Barone: abusi su una 14enne
A incriminarlo sarebbero, secondo la psicologa, le lettere scritte dalla 14enne. A processo anche i genitori e il commissario di Maddaloni.

Emergono nuove accuse a carico di don Michele Barone, il sacerdote accusato di lesioni e maltrattamenti nel corso degli esorcismi da lui praticati. Durante il processo presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riporta Caserta News, la psicologa Petrillo ha presentato la propria perizia, realizzata in collaborazione con lo psichiatra Sperandeo. Insieme, i due esperti sono giunti alla conclusione che il prelato avrebbe abusatoanche di una ragazza di 14 anni di Maddaloni. Secondo la psicologa, la prova delle molestie è contenuta nelle lettere scritte dall’adolescente al prete.

Le lettere della 14enne

Nelle missive, la 14enne racconta un episodio che ha numerosi punti in comune con quanto riferito da altre due ragazze, entrambe vittime degli abusi di don Michele Barone. L’adolescente rievoca il momento in cui il sacerdote si è disteso nel letto, tra lei e la segretaria, e nella notte ha cominciato “a muoversi avanti e indietro“. La ragazza ha inoltre ricordato di aver sentito “le parti intime gonfie” di don Michele contro il proprio corpo.

Avrebbe poi chiesto spiegazioni dell’accaduto alla madre, che le avrebbe risposto attribuendo l’episodio all’effetto dell’acqua santa. La ragazzina ricorda inoltre di aver sentito il prete alzarsi per andare in bagno e l’acqua scrosciare, poi più nulla. “Era più turbata da quello che non ricordava che da quello che ricordava”, ha commentato la psicologa.

La 14enne ha inoltre dichiarato di non ricordare nulla degli esorcismi, ma di non aver dimenticato le preghiere di benedizione. La dottoressa Petrillo ha raccontato: “Ogni volta che finivano pensava: ‘Meno male che sono ancora viva‘”. L’adolescente avrebbe utilizzato il suo stato di “posseduta” per cercare di tenere la famiglia unita (una “famiglia invischiata“, l’ha definita la psicologa). Proprio i suoi familiari, al contrario, si sono serviti della presunta possessione per celare la conflittualità interna.

“Aiutami come io ti ho aiutato”

La psicologa ha preso in custodia la 14enne fin dal momento dell’arresto del sacerdote, risalente al febbraio 2018.
Fin da subito, la ragazzina non le è apparsa particolarmente turbata. Solo in seguito la dottoressa ha scoperto che il prete le aveva mostrato il video del servizio delle Iene sul caso, chiedendole di “aiutarlo come lui aveva aiutato lei“. Tra gli imputati finiti alla sbarra ci sono anche i genitori della ragazza e Luigi Schettino, dirigente del commissariato di Maddaloni.

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