Bambino caduto nel pozzo, brutte notizie dalla Spagna: “Errore di calcolo sul tunnel”

di redazione

Bambino caduto nel pozzo, brutte notizie dalla Spagna: “Errore di calcolo sul tunnel”

| martedì 22 Gennaio 2019 - 16:41

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Bambino caduto nel pozzo, brutte notizie dalla Spagna: “Errore di calcolo sul tunnel”

Quanto riportato da Quotidiano.it è molto negativo. Aggrapparsi alla speranza ora è davvero dura. Siamo al nono giorno, ancora non è iniziata la fase finale per trovare Julen, il bambino di 2 anni caduto nel pozzo domenica scorsa a Malaga, in Spagna.  Le ultime news sono a dir poco deludenti: il tunnel parallelo, che ieri era stato dichiarato “terminato”, in verità non lo è.

I soccorritori, infatti, hanno dovuto allargarlo stamani perché i tubi di metallo necessari al rivestimento della galleria “erano troppo grandi” rispetto alla galleria stessa. I tecnici parlano di “un errore di calcolo”. Nuovi ritardi, dunque, e all’ora di pranzo i soccorritori sono ancora al lavoro sul tunnel verticale. 

Conclusi i lavori alla galleria (non si sa, a questo punto, in quanto tempo), oggi i minatori dovrebbero calarvisi dentro per scavare il collegamento con il pozzo di Julen. “Questa operazione dovrebbero durare non meno di 24 ore”, prevedono i soccorritori. E quindi il salvataggio di Julen potrebbe slittare addirittura a domani, mercoledì.

Obbligatorio l’uso del condizionale, perché le complicazioni nei lavori e i problemi a scavare quel terreno arcigno e infame, hanno comportato ingenti ritardi nelle operazioni di salvataggio del piccolo. E non solo. Perché i soccorritori non sono ancora del tutto certi che Julen si trovi in quel punto. Se non dovessero trovarlo, sarebbero obbligati a scavare ancora.

Serve un miracolo, forse qualcosa di più. “Improbabile, se non impossibile, che un bimbo di 2 anni possa resistere per nove giorni sotto terra e dopo una caduta spaventosa”, commentano in molti sui social. E, in effetti, va ricordato che il pozzo dove è caduto Julen, è profondo 107 metri, la stessa altezza di un palazzo di 35 piani, e largo 25 centrimetri, come una spanna di una mano. Ma questo non fa alcuna differenza ai soccorritori che non demordono, continuano a lavorare nonostante le difficoltà incontrate, giorno e notte. L’obiettivo è trovare il piccolo Julen. Restituirlo ai genitori che non hanno mai smesso di sperare. “Sappiamo che è vivo, un angelo sta aiutando il nostro Julen”, ha detto qualche giorno fa il padre. Il riferimento all’angelo è al loro secondo figlio, morto nel 2017 per un problema cardiaco all’età di tre anni. 

I soccorritori all’ora di pranzo procedono ad allargare il tunnel verticale parallelo al pozzo di Julen. “Doveva essere terminato ieri”, così dicevano tutti i siti spagnoli. E invece, stamani, si è scoperto che i tubi di metallo necessari al rivestimento della galleria erano di dimensioni maggiori rispetto alla galleria stessa. E così si continua a trapanare, finché finalmente il tunnel sarà terminato. Un’operazione che “non sappiamo quanto possa durare”, commentano i tecnici. Una volta terminato il tunnel, si procederà a metterlo in sicurezza con i tubi di metallo. A quel punto, due minatori si caleranno tramite un ascensore nella galleria. Raggiungeranno il fondo, a 60 metri di profondità, e inizieranno a scavare manualmente la galleria di 4 metri che collegherà il pozzo di Julen al tunnel verticale. A quel punto si spera di trovare il piccolo perché ancora non ci sono certezze sulla sua posizione. A 60 metri, infatti, sono state trovate rocce e fango che il piccolo si sarebbe portato dietro nella caduta. E dunque, sotto a quello strato potrebbe trovarsi Julen. Ma se così non fosse i lavori procederanno. E si continuerà a scavare fino in fondo, a 106 metri. 

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