“La variante Omicron è decisamente meno aggressiva, ma molto più contagiosa. È evidente che questa variante colpirà tutti e quindi se ne dovranno fare una ragione soprattutto quelli che non si sono vaccinati. Sia i vaccinati, sia i non vaccinati ragionevolmente incontreranno questo virus già entro l’inizio delll’estate.
Entro fine inverno e inizio primavera, avremo senza nessun dubbio l’immunità di gregge”. È la previsione di Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ospite in ‘Non Stop News’, su Rtl 102.5.
Secondo l’infettivologo, stiamo uscendo dalla quarta ondata. E spiega: “Entro l’inizio della primavera, il 95% degli italiani sarà protetto dal virus o attraverso la vaccinazione o attraverso la malattia naturale. Ricordiamo che sia la vaccinazione, sia l’immunità naturale, cioè quella che si ha dopo la guarigione, ci difendono dalle forme gravi della malattia. Poi, se anche ci contageremo due volte all’anno (con sintomi influenzali), non credo sia un problema. Il rischio resta per chi finisce in ospedale”.
Bassetti, infine, si dichiara concorde con la decisione presa dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini sulla equiparazione tra tampone molecolare e test rapido fai da te per stabilire l’inizio e la fine dell’isolamento in chi ha fatto la terza dose di vaccino. E ribadisce la sua contrarietà ai bollettini giornalieri: “Qualcuno ha particolare libidine nel dare ogni sera questi numeri.
La cosa importante, per me, è dare i numeri che servono, perché i numeri ce diamo ogni giorno oggi non hanno nessun significato. Noi diamo il numero dei tamponi positivi e non sappiamo quante sono realmente ogni giorno le persone nuove che hanno quel tampone positivo, perché magari può trattarsi di qualcuno che era già positivo il giorno prima. Non sappiamo nemmeno – conclude – se quei positivi sono sintomatici o meno o a casa o all’esterno.
Diamo anche il numero dei positivi in ospedale senza differenziare tra chi ha la polmonite e chi ha tutt’altro, come qualcuno che è entrato in ospedale per un braccio rotto e risulta positivo al tampone di ingresso. Dobbiamo, insomma, dare numeri che servono per capire come vanno le cose. Mi auguro che il Cts voglia cambiare presto il bollettino, anche se dubito che lo farà”.