Ruby, l’ex legale rivela: «Berlusconi le ha dato 5 milioni». Ghedini: «Falsità, quereliamo»
L’ex legale di Karima el-Mahroug, meglio nota come Ruby Rubacuori, rivela che la ragazza di origini marocchine nel 2011 ricevette da Silvio Berlusconi «un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico». Immediata la reazione di Niccolò Ghedini, legale del Cavaliere, che parla di «falsità» e annuncia querela.
L’avvocato Egidio Verzini, che 7 anni fa fu legale della giovane e che ha deciso «di rinunciare all’obbligo del segreto professionale» sul caso per un «dovere etico e morale», ha precisato all’Ansa che in particolare 2 milioni «sono stati dati a Luca Risso», ex compagno di Ruby, e 3 «sono stati fatti transitare dal Messico a Dubai e sono esclusivamente di Ruby».
L’avvocato Verzini è stato legale di Ruby tra giugno e luglio 2011 (il processo a Berlusconi, finito con un’assoluzione definitiva, era iniziato in aprile). Il legale poi comunicò che era «venuto meno il rapporto di fiducia» con Karima El Mahroug e lasciò l’incarico. E un paio di anni dopo raccontò che Ruby voleva «costituirsi parte civile» ma che c’erano «stati degli interventi esterni». In altre occasioni rilasciò dichiarazioni alla stampa e venne sentito dai pm nel caso Ruby ter per il quale Berlusconi è a processo, assieme ad altri 27 imputati, per corruzione in atti giudiziari.
«Dopo lunga ed attenta valutazione – scrive in una nota l’avvocato – reputo mio dovere etico e morale rendere pubblico ciò che si è realmente verificato nella vicenda Ruby, perciò ho deciso autonomamente di rinunciare all’obbligo del segreto professionale assumendomi ogni responsabilità». La «operazione Ruby», sostiene, «interamente diretta dall’Avv. Ghedini con la collaborazione di Luca Risso (messo al fianco di Ruby per controllarla), prevedeva in origine il pagamento» di «7 milioni di euro, di cui 1 milione per me ed 1 milione per la persona incaricata da Ghedini di accompagnarmi nell’operazione».
Dopo aver «analizzato la situazione», aggiunge, «ho proposto una linea difensiva diversa (legale e non illegale) che prevedeva la costituzione di parte civile nei confronti di Emilio Fede e, al momento del pagamento, conseguente rinuncia, proposta che Ruby aveva condiviso ed accettato. La mia proposta – spiega ancora – è stata rigettata da Ghedini-Risso, pertanto non ho proseguito nell’operazione come da loro prospettata, in quanto il rischio professionale e personale per me era altissimo».
Verzini afferma che Ruby, poi, «ha ricevuto un pagamento di 5 milioni di euro eseguito tramite la banca Antigua Commercial Bank di Antigua su un conto presso una banca in Messico nella località di Playa del Carmen, di cui però non conosco il nome». I soldi arrivati in Messico, secondo il legale, sono stati suddivisi: «2 milioni di euro sono stati dati a Luca Risso, il quale ha acquistato il ristorante Sofia a Playa del Carmen, una villa a Playa del Carmen e un terreno edificabile sull’isola di Cozumel (tutto ciò è di proprietà esclusiva di Risso, Ruby non c’entra nulla); 3 milioni di euro sono stati fatti transitare dal Messico a Dubai e sono esclusivamente di Ruby». Berlusconi, conclude il legale, «era a conoscenza sin dall’inizio della minore età di Ruby, motivo per cui ha elargito il denaro».
«Le dichiarazioni rese quest’oggi a distanza di oltre sette anni dall’avv. Verzini che per circa un mese ha assistito Karima el Mahroug detta Ruby sono totalmente destituite di qualsiasi fondamento e saranno perseguite in ogni sede», replica l’avvocato Niccolò Ghedini, storico difensore di Silvio Berlusconi. «Mai – ribadisce Ghedini – vi sono stati contatti diretti o indiretti né con l’Avv. Verzini né con Luca Risso per far ottenere denaro a Karima el Mahroug né tanto meno mai è stata prospettata l’ipotesi della costituzione di parte civile nel processo a carico di Emilio Fede che sarebbe stata comunque così come congegnata dall’Avv. Verzini una condotta antigiuridica, fatto che incredibilmente sembra non essere chiaro al dichiarante». La circostanza infine, spiega ancora l’avvocato, «che il presidente Berlusconi non fosse a conoscenza della minore età di Karima el Mahroug è cristallizzato in una ben nota sentenza definitiva della Corte di Cassazione». Comunque, aggiunge ancora, «l’assurdità e infondatezza di tali dichiarazioni che confliggono con quanto dichiarato dallo stesso avv. Verzini in sede di indagini alla Procura di Milano non potrà che essere accertato dall’autorità giudiziaria competente, compresa l’insussistenza di qualsiasi passaggio di denaro tramite la banca indicata, che potrà da questa essere agevolmente certificato e a cui rivolgeremo specifica istanza perché consenta ogni opportuna e pronta verifica all’autorità giudiziaria italiana».
Fonte: ilmessaggero.it