Bimbo picchiato a morte, i genitori si scambiavano sui cellulari le foto delle botte date al bimbo

di admin

Bimbo picchiato a morte, i genitori si scambiavano sui cellulari le foto delle botte date al bimbo

| venerdì 19 Luglio 2019 - 10:58

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Bimbo picchiato a morte, i genitori si scambiavano sui cellulari le foto delle botte date al bimbo

Le violenze sul piccolo Leonardo Russo, morto a fine maggio per le botte dei genitori, andavano avanti da almeno un mese. Non si è trattato di un caso isolato, come invece avrebbe voluto far credere la madre. A dimostrarlo sono le decine di scatti trovati sui telefonini della coppia, in cui sono evidenti sul volto del bambino i segni delle percosse subite. Quando il piccolo è arrivato lo scorso 23 maggio in fin di vita in ospedale a Novara i medici hanno subito capito di trovarsi davanti a un caso di maltrattamenti.

Il bambino di appena venti mesi aveva il corpicino ricoperto da ecchimosi: a essergli fatale è stato un violento calcio che gli ha fatto esplodere il fegato. La coppia, la madre Gaia Russo e il suo compagno Nicolas Musi all’inizio hanno provato a giustificarsi dicendo che il piccolo era caduto dal lettino: un’ipotesi però incompatibile con le lesioni rinvenute sul bambino.

Entrambi sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato: lui si trova in carcere, lei ai domiciliari in una comunità protetta perché incinta del secondo figlio. La madre ha sempre negato ogni responsabilità, di non essere stata a conoscenza delle violenze del compagno sul bambino.

La sua versione però adesso vacilla. Gli inquirenti hanno infatti trovato nei telefoni di entrambi, di lei e del compagno, decine di foto del piccolo con evidenti ecchimosi sul viso. Un reportage agghiacciante che risale quasi a un mese prima dell’omicidio. Si vede il piccolo Leo con un livido in fronte, poi con un occhio nero, poi con entrambi. In contesti apparentemente normali: magari mentre sta mangiando un gelato, piuttosto che giocando con una macchinina. Gli inquirenti hanno sequestrato tutto il materiale fotografico, che adesso rappresenta una prova decisiva.

La famiglia di Gaia puntualizza di essere totalmente estranea a questa vicenda e nei giorni in cui il bambino era con loro non ha mai presentato segni di violenza. Preoccupati per la sua situazione di ragazza madre, avevano comunque segnalato il caso ai servizi sociali lo scorso febbraio perché le dessero il giusto supporto di cui aveva bisogno.

Difatti viveva in un alloggio messo a disposizione proprio dai servizi sociali. Con l’arrivo del nuovo compagno, che a loro non piaceva, avevano poi fatto decine di segnalazioni, ma senza ottenere mai nessun aiuto: l’ultima risale allo scorso 17 maggio. Nessuno però, secondo la famiglia che a sua volta è una vittima della vicenda , si sarebbe mai presentato a casa per verificare di persona la situazione.

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