Bonus da 217 euro a persona, scadenza il 31 dicembre: come richiederlo

di admin

Bonus da 217 euro a persona, scadenza il 31 dicembre: come richiederlo

| lunedì 15 Novembre 2021 - 23:18

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Bonus da 217 euro a persona, scadenza il 31 dicembre: come richiederlo

Attivato l’assegno ponte per i figli: domande da presentare fino al 31 dicembre 2021. «Al sostegno economico delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale. Da luglio la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti». Lo aveva detto Mario Draghi agli Stati generali della natalità.

«Le risorse ammontano a oltre 21 miliardi, di cui almeno sei aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti per le famiglie. L’assegno unico ci sarà anche negli anni a venire, è una di quelle misure epocali su cui non ci si ripensa l’anno dopo». Le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre, mentre sono  scaduti il 31 ottobre i termini per fare richiesta degli arretrati precedenti al 1° luglio.

Come funziona  la “soluzione ponte” da luglio: da 30 a 217 euro

L’assegno unico per i figli under 21, quindi, partirà dal 2022. Sarà adottata una “soluzione ponte” a luglio, come ha detto la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. Si tratterà di un assegno semplificato con importi minori rispetto all’assegno da 250 euro massimi (217,8 euro) e calcolato sulle condizioni reddituali delle famiglie. Il minimo, invece, è 30 euro. Una questione di tempi, dato che l’approvazione della legge delega 41/2021 è arrivata tardi. La Legge 1 aprile 2021, n. 46 “Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale” è entrata in vigore del provvedimento: 21/04/2021

«L’assegno unico e universale – ha spiegato la ministra – è un provvedimento che fa parte del Family Act e consiste in una quota che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, mese dopo mese, maggiorato dal terzo figlio e nel caso anche di bambini disabili. È per tutti, e la quota dipenderà dal reddito, quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più, e le più ricche avranno solo una quota base». L’assegno spetta a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Avrà un valore massimo di 250 euro: nella cifra confluiscono una parte fissa e una variabile, legata al reddito complessivo della famiglia. Il beneficio verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti.

Possono fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. Secondo lo scenario prospettato l’80% delle famiglie italiane prenderebbe 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio under 21. Il calcolo è legato alla considerazione secondo cui 8 famiglie su 10 hanno un’Isee sotto i 30 mila euro. L’importo dell’assegno diminuisce se si alza l’Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni. Inoltre, una norma transitoria preannunciata dalla ministra consentirà di non perdere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni. Il governo rassicura così i genitori, dopo che diverse analisi avevano indicato il rischio che alcune famiglie potessero essere penalizzate dall’assegno unico rispetto a quanto prendono oggi.

Da ultimo, uno studio del Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia aveva stimato che 1,35 milioni di nuclei avrebbero avuto una perdita mediana di 381 euro. Una clausola di compensazione integrale delle perdite, che consentirebbe di scegliere per il regime più favorevole costerebbe 800 milioni. Il ministero dell’Economia è al lavoro sui «calcoli precisi» come ha detto Bonetti, che si è impegnata ad approvare quanto prima i decreti attuativi. La delega prevede un credito d’imposta o assegno mensile che andrà a tutte le famiglie, compresi incapienti e partite Iva, adesso esclusi da gran parte dei sostegni per i figli e sostituirà bonus, detrazioni per i figli a carico e l’assegno familiare.

Finora questo provvedimento è stato accompagnato dalla massima condivisione e approvato all’unanimità alla Camera e al Senato, tanto che è partita una gara a rivendicarne la paternità. «Dobbiamo prendere atto che un’idea passa dalla Leopolda alla Gazzetta Ufficiale», ha affermato Matteo Renzi. «Il faticoso affinamento delle leggi – gli ha risposto il deputato Pd Stefano Lepri – non si fa con gli effetti speciali delle convention, bensì con passione e pazienza». Lepri, promotore di due proposte di legge nel 2014 e nel 2018, con il capogruppo Dem Graziano Delrio, descrive l’assegno unico come un «merito principale (non esclusivo) del Pd» e «una grande riforma di iniziativa parlamentare».

Assegno unico, come si calcola: conta l’Isee

L’assegno unico è legge ma, in mancano i decreti attuativi (c’è solo la bozza) per farlo decollare. Ne avranno diritto i nuclei fino a 50mila euro di Isee. Le famiglie con Isee fino a 7000 euro avranno 217,8 euro a figlio se hanno almeno 3 figli. Sono previsti 50 euro in più per ciascun figlio disabile. Potrà accedervi chi paghi le tasse in Italia e sia qui residente da almeno 2 anni: sono ammessi cittadini italiani e Ue e titolari di permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca almeno semestrale.

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