Undici coltellate che lo hanno raggiunto al fianco destro, a quello sinistro e uno da dietro che è arrivato allo stomaco. Sono questi i preliminari dell’autopsia sul corpo di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso da due americani la settimana scorsa a Roma.
A impugnare il coltello è stato Elder Finnegan Lee, ma in manette è finito anche l’amico che era con lui, Natale Hjorth.
Intanto, nell’ambito degli accertamenti, verranno acquisiti dal pm sia i tabulati telefonici dei due indagati sia quelli di Sergio Brugiatelli, l’uomo che ha chiamato il 112 denunciato di aver subito il furto dello zaino per mano dei giovani statunitensi.
Continua invece la visione delle immagini delle telecamere a circuito chiuso presenti a Prati per ricostruire quanto accaduto. Sembra che il momento della colluttazione e delle coltellate non sia stato mai ripreso. Le telecamere di una banca vicina al posto erano infatti fuori uso.
Si è saputo inoltre che il portiere dell’albergo in cui Lee e Hjorth alloggiavano avrebbe visto, la mattina dell’omicidio, Lee insieme a due persone, una delle quali di colore. “Mario Cerciello Rega è stato raggiunto da ripetute coltellate a entrambi i fianchi e da un colpo più profondo, che da dietro, è arrivato allo stomaco”.
Sono i primi risultati resi noti dal medico legale che ha svolto l’autopsia sulla salma del vice brigadiere dei carabinieri ucciso da undici fendenti la notte di venerdì 26 luglio mentre si trovava insieme al suo collega Andrea Varriale in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati a Roma. In carcere con l’accusa di omicidio due giovani statunitensi appena maggiorenni, uno dei quali, Elder Finnegan Lee, lo avrebbe colpito a morte armato di un pugnale da Marine con una lama lunga ben 18 centimetri.