Carabiniere ucciso, pubblicate le telefonate: ecco il motivo che scatenò il killer

di admin

Carabiniere ucciso, pubblicate le telefonate: ecco il motivo che scatenò il killer

| sabato 03 Agosto 2019 - 11:52

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Carabiniere ucciso, pubblicate le telefonate: ecco il motivo che scatenò il killer

Gabriel Hjorth Natale sapeva che all’appuntamento per lo scambio tra lo zaino sottratto a Sergio Brugiatelli, in cambio di soldi e droga, potevano presentarsi con altre persone. Lui che parla italiano e aveva tenuto i contatti con l’uomo in bicicletta conosciuto a piazza Mastai, a Trastevere, a Roma, nella telefonata per concordare l’appuntamento delle 2,30 glielo dice chiaro e tondo: «Vieni da solo, non portarti dietro nessuno».

La conversazione in vivavoce alla quale fa riferimento Brugiatelli a verbale, è stata registrata da Mario Cerciello Rega (che morirà per i colpi di lama inferti da Finnegan Lee Elder) e dal collega Andrea Varriale, ed è ora agli atti dell’inchiesta del pm Chiara Gallo. Un particolare che, per i pm esclude che Natale sia estraneo all’omicidio, ma anche il fatto che, dopo la fuga a Trastevere con l’intervento dei militari, i ragazzi potessero temere che Brugiatelli fosse accompagnato da agenti.

Di certo, per l’accusa, i due avevano considerato la possibilità concreta di uno scontro, tanto da uscire armati. Intanto la procura accelera, anche in vista del Riesame, per definire le fasi precedenti all’omicidio. Per questo sono stati ascoltati come testimoni i quattro militari in borghese, intervenuti a Trastevere fuori servizio. Procede anche il lavoro sulle telecamere, per stabilire se, anche a distanza, qualche sistema di videosorveglianza abbia ripreso il momento dell’omicidio.

LA TELEFONATA – Dopo la telefonata in cui Natale sollecita Brugiatelli a presentarsi da solo all’appuntamento, Elder prende precauzioni e decide di accompagnarlo e portarsi il coltello Trenknife tipo Kabar Camillus con lama di 18 centimetri. I due avevano messo in conto di dover affrontare qualcuno, cappucci calati sulla testa erano usciti dall’hotel Meridian pronti al peggio. «Quando il mio amico mi ha detto che sarebbe uscito per incontrare questa persona, – ha dichiarato Elder a verbale – mi sono preoccupato per lui e ho deciso di accompagnarlo e in quel momento ho preso il coltello». Circostanza che, per la procura porta a escludere che Natale fosse ignaro del fatto che l’amico avesse con sé l’arma. Tanto più che lo stesso Elder, nella sua confessione, ha riferito che dopo l’omicidio sia stato natale a nascondere il coltello

Tre quarti d’ora dopo la telefonata, Brugiatelli nell’auto civetta con i carabinieri è a Prati. Natale al telefono aveva parlato di via Cesi. Cosa accade dopo lo riferisce Varriale nella sua relazione di servizio: «Appena svoltavamo in via Cesi, notavamo immediatamente la presenza di due soggetti, vicino a via Pietro Cossa; all’altezza del civico 57, posizionatisi presso una farmacia. La strada era ben illuminata e pertanto riuscivamo a notare i due soggetti. Ancor prima di procedere a una qualsiasi forma di regolare controllo ci aggredivano fisicamente per vincere un tentativo di bloccaggio», annota Varriale. Il drammatico epilogo è noto.

LE INDAGINI – Ieri il procuratore facente funzioni Michele Prestipino, il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il pm Maria Sabina Calabretta sono stati ascoltati i quattro militari fuori servizio intervenuti in via Cardinale Merry del Val, a Trastevere, nella notte tra il 25 e il 26 luglio. Due marescialli, uno di quali Pasquale Sansone e due giovanissimi militari che hanno assistito al passaggio di droga (poi rivelatasi aspirina) dal pusher ai due ragazzi americani. Secondo la ricostruzione, i quattro si trovavano a Trastevere per mangiare una pizza e mostrare ai sottoposti come si lavori in strada. Tra le audizioni anche quella di Andrea Varriale. Poi un vertice tra inquirenti al quale hanno preso parte i titolari dell’indagine il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro, il comandante del Nucleo investigativo Lorenzo D’Aloia e il comandante del reparto operativo Mario Conio. Una riunione fatta in vista dei prossimi «step». La settimana prossima verranno effettuati nuovi accertamenti tecnici e potrebbe essere fissata l’udienza davanti al tribunale del Riesame dopo l’istanza presentata dai difensori di Natale.

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