Caso Ragusa: Antonio Logli condannato in Cassazione a 20 anni di carcere

di admin

Caso Ragusa: Antonio Logli condannato in Cassazione a 20 anni di carcere

| mercoledì 10 Luglio 2019 - 22:07

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Caso Ragusa: Antonio Logli condannato in Cassazione a 20 anni di carcere

Caso Ragusa: Antonio Logli condannato in Cassazione a 20 anni di carcere
Antonio Logli è stato condannato definitivamente a 20 anni di carcere per omicidio e distruzione di cadavere della moglie Roberta Ragusa. La corte di Cassazione conferma la condanna di primo e secondo grado per il 65enne di Gello San Giuliano. È stato lui, la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 a uccidere Roberta.

Antonio Logli è stato condannato in Cassazione a 20 anni di carcere per l’omicidio e la distruzione di cadavere della moglie Roberta Ragusa, avvenuto la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, a San Giuliano Terme (Pisa). I giudici del Palazzaccio hanno deciso di confermare la condanna di primo e secondo grado a carico del 56enne dipendente comunale. I figli Alessia e Daniele non si sono costituiti parte civile contro il padre e continuano a sostenere la sua innocenza. Il corpo di Roberta non è mai stato ritrovato. Da adesso Logli comincerà a scontare la sua condanna in carcere. Il commento delle cugine di Roberta: “Ci siamo tolte un peso”. Secondo i suoi avvocati, che hanno sentito Antonio Logli al telefono, sarebbe amareggiato perché ritiene di aver subito una condanna ingiusta. La notizia è stata accolta con delle urla disperata di Sara, udite dai giornalisti fuori dalla casa di Logli, che gridava: “Non è giusto”.

L’omicidio di Roberta Ragusa
Roberta Ragusa è stata vista per l’ultima volta in vita, la notte 13 e il 14 gennaio 2012. È stato proprio Antonio Logli a denunciarne la scomparsa il mattino dopo, intorno alle 13, dicendo a tutti che la moglie si era allontanata da casa, in via Ulisse Dini, in stato confusionale a séguito di una caduta in cui aveva battuto la testa, 4 giorni prima. Fu visto dalla domestica mentre grattava con un arnese di ferro qualcosa nel cortile di casa sua, da dove i cani addestrati per le ricerche partivano sistematicamente descrivendo un tragitto che attraversava i campi antistanti casa Logli e finiva in via Gigli, dove un uomo, Lorys Gozi, quella notte vide una donna vestita con un pigiama rosa che veniva costretta con violenza a salire in auto da un uomo. Era Roberta Ragusa.

Caso Ragusa: l’aggressione di Antonio Logli
Secondo i giudici la mamma di Alessia e Daniele quella notte stava fuggendo, a piedi, in pigiama, da un tentativo di aggressione del marito, che voleva ucciderla. Roberta fu riacciuffata dal Logli, uccisa quella stessa notte e il suo corpo distrutto in maniera ‘efficente’, tanto che dopo sette anni, di lei non è stato ritrovato neanche un capello. Già alcuni giorni prima, Roberta aveva detto a un’amica ‘Ha provato ad ammazzarmi’, riferendosi all’incidente domestico di 4 giorni prima.

Caso Ragusa: il movente
Pochi giorni dopo la scomparsa è emersa la relazione tra Antonio Logli, all’epoca 49enne e Sara Calzolaio, di 20 anni più giovane, amica di Roberta, babysitter dei ragazzi e da poco anche assistente dell’autoscuola ‘Futura’, guidata proprio dalla Ragusa. La relazione extraconiugale durava da ben 8 anni, anche se solo di recente Roberta l’aveva scoperta e si era decisa a parlare di separazione con il marito. Sarebbe stata proprio la posizione di Roberta, stanca del logorio di quel rapporto a muovere l’intento criminale di Logli, secondo i giudici, che avrebbe evitato col delitto di dover rinunciare a una parte consistenti dei suoi beni, intrecciati con il contratto di matrimonio, a quelli di Roberta. Il movente, dunque, era legato alla volontà di mettere fine al matrimonio senza subire perdite economiche.

Antonio Logli condannato in Cassazione
Nonostante l’incriminazione per omicidio e distruzione di cadavere Logli non è mai stato arrestato, ma ha trascorso tutta la durata delle indagini e del processo a Gello, sottoposto a obbligo di dimora, nella casa dove un anno dopo la scomparsa di Roberta si è trasferita Sara Calzolaio, nuova compagna. In questi anni Logli ha anche vinto un ricorso contro il comune perché, anni prima, aveva assegnato un posto a un candidato che non aveva i requisiti, anziché a Logli, che invece li possedeva. Mentre attendeva il corso della giustizia, dunque, Logli ha cominciato il nuovo lavoro al comando dei Vigili, dove archiviava multe.

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