L’emergenza coronavirus ha colpito l’intero globo terrestre, sta lasciando attorno a se una scia di morte. Ma sapete cosa sta accadendo a Guayaquil in Ecuador? I morti vengono lasciati sull’uscio delle proprie case.
Il presidente Lenin Moreno ha ammesso che la situazione ormai è fuori controllo e che i morti per coronavirus sono molti di più a quelli contabilizzati nei registri ufficiali. Una cifra già molto elevata visto che, è la metà di quelli che sono stati registrati in Brasile, che ha 15 volte di più degli abitanti dell’Ecuador. Continua…
Guayaquil è la città dove il virus si espande molto più velocemente. «Mio zio è morto tre giorni fa, ma nessuno è venuto a prendere il cadavere. Siamo costretti a metterlo in strada, l’odore in casa è insopportabile». Ogni giorno arrivano moltissimi messaggi di persone che cercano un aiuto alla redazione del quotidiano Expresso di Guayaquil, così tanti che la giornalista Blanca Moncada ha trasformato il suo account twitter in un bollettino con morti, recapiti e indirizzi. «Famiglia Munoz; madre e figlio.
Morti il primo aprile, callejon 120, Cerro Santa Ana». «Bolivar Tinajero Guevara, morto il 30 marzo alle 17.00, incrocio di José Mascote e Huancavilla, senza telefono». Purtroppo la lista è lunghissima, e la città più popolata dell’Ecuador è anche quella più colpita dal virus. Con un aumento impressionante di numeri di vittime che non vengono contabilizzate nelle statistiche ufficiali. Ci sono oltre 300 decessi al giorno, fino a dieci volte più alto alla media abituale, quasi a tutti i morti non è stato fatto il tampone per rilevare il virus. Continua…
Il coronavirus è arrivato nella città simbolo di commercio e innovazione devastando centinaia di famiglie, gli ospedali non hanno avuto la possibilità di accogliere i malati che poi sono morti in casa per mancanza di posti negli ospedali. I malati non solo non hanno ricevuto il tampone, ma nemmeno cure sanitarie ne assistenza medica. Sono deceduti con i peggiori sintomi respiratori.
Le compagnie funebri, non riescono a svolgere la loro attività, e sono collassate non potendo nemmeno eseguire la consegna delle bare, e purtroppo i cadaveri sono rimasti per giorni in casa, diventando putrefatti davanti ai parenti, alla fine sono stati lasciati davanti l’uscio di casa in attesa che qualcuno provveda a dare loro una degna sepoltura. Alcuni hanno pensato di ammassarli e bruciare i cadaveri come consigliato dalle forze dell’ordine.