Chef italiano a New York ritrovato morto: è giallo sulla morte di Andrea Zamperoni

di admin

Chef italiano a New York ritrovato morto: è giallo sulla morte di Andrea Zamperoni

| venerdì 23 Agosto 2019 - 10:55

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Chef italiano a New York ritrovato morto: è giallo sulla morte di Andrea Zamperoni

New York – Il cadavere era al primo piano del Kamway Lodge, un ostello del Queens. Lo stesso quartiere dove Andrea Zamperoni, 33 anni, abitava a New York. Era il capo chef del Cipriani Dolci, il ristorante della Grand Central. Il comunicato della società Cipriani è laconico: «Abbiamo purtroppo appreso che Andrea Zamperoni, un membro rispettato e amato del team Cipriani per molti anni, scomparso domenica scorsa, è stato trovato morto».

Avvolto in una coperta – Pare che il corpo fosse avvolto in una coperta. La polizia è stata avvisata da una telefonata di un informatore. Secondo le prime ricostruzioni, gli agenti al loro arrivo sarebbero stati accolti da una donna nuda che gridava indicando il corpo: «È lì». E non c’è dubbio, purtroppo, che si tratti di Zamperoni: a riconoscerlo è stato il fratello gemello, Stefano, che era volato a Manhattan per seguire le ricerche. 

Alcuni ospiti dell’ostello — secondo la Cbs era un luogo noto nel giro della droga e della prostituzione — hanno raccontato alla polizia di una lite scoppiata al primo piano. Testimonianze che fanno a pugni con quello che tutti raccontano di Andrea. «Era un ragazzo dolcissimo — dice Miguel da dietro il bancone del bar —. Se ultimamente mi era sembrato stressato? Chi non lo è almeno un po’ lavorando nella cucina di una delle più trafficate stazioni al mondo».

Originario del Lodigiano – Originario di Zorlesco nel Lodigiano, Zamperoni era arrivato a New York da circa un anno, ma da oltre dieci lavorava per Cipriani, a Miami, Las Vegas, Abu Dhabi e soprattutto a Londra, dove aveva cominciato nel 2008 con il fratello gemello Stefano, al quale è legatissimo: stesse scuole, stesse passioni, stessa squadra (l’Inter), stesso amore per la cucina. «È sopraffatto dal dolore e si rammarica di non essere disponibile a fornire commenti — aggiunge la nota di Cipriani —. Manterremo la famiglia di Andrea nei nostri pensieri e preghiere e rispetteremo la loro privacy».

Lunedì non si era presentato al lavoro – L’ultima volta che lo chef ha lavorato era sabato sera: lunedì mattina non si è presentato all’inizio del turno e i colleghi hanno chiamato la polizia. L’allarme è scattato anche da Lodi perché domenica Andrea aveva saltato la telefonata quotidiana con la mamma. Oriella Dosi, chiusa nella villetta di famiglia con il marito Achille, non si dà pace: «Non avrei mai pensato che potesse capitare una cosa del genere», ha detto alle amiche, al prete e al sindaco, un’intera comunità accorsa a sostenerla, quando si sperava di trovarlo in vita. «Ho lavorato con lui quella sera — racconta al Corriere Mattia De Nicola, junior sous chef —, gli ho mandato un messaggio più tardi, ma non mi ha mai risposto». Ieri a fine turno Mattia si è fermato con i colleghi a guardare i video delle telecamere di sorveglianza: «Volevamo rivedere Andrea quando era ancora vivo» dice con la voce spezzata.

«Uno di famiglia» – Inizialmente il sous chef Ignacio Albo aveva riferito che il coinquilino dell’appartamento in cui Andrea vive nell’area di Flushings, nel Queens, l’aveva visto un’ultima volta nella notte tra sabato e domenica, attorno alle due e mezza, quando sarebbe uscito a fumare una sigaretta e avrebbe chiamato un Uber, non si sa per dove. L’intero staff del ristorante si era subito mobilitato aiutando le forze dell’ordine a distribuire volantini con il primo piano sorridente e la descrizione di Andrea nella speranza di ricevere informazioni. Il patron di Cipriani, Arrigo, definisce Zamperoni uno di famiglia. Le indagini – La polizia sta indagando sulle cause della morte e sul perché il giovane si trovasse lì, ed è stata disposta l’autopsia. Parlando con ilNew York Post il general manager di Cipriani Fernando Dallorso aveva definito Zamperoni, che stando ai colleghi era single e non frequentava nessuno, uno sweetheart, un cuore d’oro, diverso da tanti chef «rinomati per il brutto carattere». Anche De Nicola lo descrive così: «È stato la prima persona che ho incontrato quando sono arrivato un mese fa, e la prima a prendersi cura di me. Non l’ho mai sentito alzare la voce, non è fuori di testa, è un uomo semplice. A volte ci vedevamo fuori dal lavoro, è un capo dentro le cucine e un amico fuori».

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