“Ci siamo”. La politica italiana sta cambiando: cosa sta succedendo in questi minuti tra Palazzo Chigi e Quirinale

di admin

“Ci siamo”. La politica italiana sta cambiando: cosa sta succedendo in questi minuti tra Palazzo Chigi e Quirinale

| lunedì 24 Gennaio 2022 - 23:52

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“Ci siamo”. La politica italiana sta cambiando: cosa sta succedendo in questi minuti tra Palazzo Chigi e Quirinale

Mentre il giorno del primo voto per il Quirinale si è aperto ieri alle 15 senza un nome in grado di superare il quorum richiesto nelle prime tre votazioni, tra gli outsider, come anticipato da Open (quotidiano online di Enrico Mentana), comincia a circolare il nome di Elisabetta Belloni. La direttrice del Dis ed ex segretario generale della Farnesina è una soluzione che riscuote apprezzamenti bipartisan. E può essere un nome votabile anche per il MoVimento 5 Stelle, visti i rapporti con Conte e Di Maio. Ma proprio per questo la sua figura potrebbe invece aprire la strada a Mario Draghi per il Colle. Nel senso che i due nomi potrebbero essere alla fine al centro di uno scambio. Che porterebbe l’ex presidente della Bce al Quirinale e lei a Palazzo Chigi.

Schede bianche e strategie

Con ordine. Oggi alle 15 si comincia a votare senza un’intesa. E tutti gli occhi sono puntati sul centrodestra. Dopo il ritiro di Silvio Berlusconi ha una rosa di nomi su cui puntare. Tre in particolare: Elisabetta Casellati, Marcello Pera e Letizia Moratti. Ma la rosa, spiega oggi il Corriere della Sera, potrebbe essere più ampia. E comprendere proprio il nome di Belloni. L’obiettivo scoperto del centrodestra ora è quello di evitare che sia Draghi ad arrivare al Quirinale. O meglio: di evitare che ci arrivi con le mani libere.

Nel senso che l’intenzione del centrodestra è quella di mantenere il no al premier fino a quando non si raggiungerà un’intesa sul dopo Draghi. E quell’intesa si può trovare solo su due punti. Il primo sono le elezioni a breve, ovvero entro il 2022. Con la chiusura anticipata della legislatura. Il secondo, alternativo è un governo che il centrodestra possa appoggiare fino al 2023.

Per questo, come ha detto Matteo Renzi ieri, «al Quirinale non si va contro i partiti. Penso che la candidatura di Draghi possa stare in piedi solo che abbia questo elemento politico. Al Quirinale ci vai soltanto con un’iniziativa politica», ha spiegato il leader di Italia Viva. Ovvero: le forze politiche dovrebbero trovare una intesa ampia, tanto da comprendere un accordo sulla natura del futuro governo. E qui entra in gioco il nome di Belloni.

Belloni premier e Draghi al Colle?

La direttrice del Dis è di certo un nome valido per il Quirinale. Ma, spiega oggi Repubblica, può diventare presidente del Consiglio al posto di Draghi e spianare la strada dell’attuale premier verso il Colle. Superando Marta Cartabia, che veniva fino ad oggi considerata la figura spendibile per entrambi i ruoli. Il quotidiano spiega che Belloni ha l’esperienza di segretario generale della Farnesina e di direttrice dell’unità di crisi del ministero. Oltre alla guida del gabinetto di Paolo Gentiloni. Belloni sarebbe sostenuta anche da settori importanti della Lega.

In particolare da Giancarlo Giorgetti. E ha buoni rapporti con di Maio. Proprio la recente ascesa ai vertici dei Servizi rappresenta però il principale ostacolo. In particolare rispetto all’opportunità di un passaggio diretto dalla guida dell’intelligence a quella del governo. Ma questo potrebbe costituire un ostacolo anche per il Quirinale. Sia come sia, per l’approdo di Belloni a Palazzo Chigi (così come quello al Quirinale) servirà un accordo con il centrodestra.

Che preveda, come dimostra lo stallo di queste ore, un patto sul futuro governo. E, spiega ancora Repubblica, al centro ci sarà il Viminale. Non soltanto perché Matteo Salvini lo vorrebbe per sé (o per affidarlo all’attuale sottosegretario Nicola Molteni). Ma perché il Partito Democratico intende opporsi a questo disegno per evitare che il Carroccio detenga il ministero durante le elezioni. Per questo nel caso il Pd potrebbe chiedere il voto anticipato. A meno che Salvini non si accontenti dell’uscita di scena dell’odiatissima Luciana Lamorgese. Che sarebbe così l’unica a pagare il prezzo del grande patto per il Quirinale.

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