È morta a Roma a 79 anni Clare Peploe, vedova dal 2018 di Bernardo Bertolucci, sceneggiatrice di alcuni suoi film, come il fratello Mark, che aveva lavorato anche con Antonioni per «Zabriskie Point», di cui Clare era aiuto regista. #FOTO A FINE ARTICOLO
Era una forte donna di pacata energia che viveva tra Roma e Londra ma con radici in ogni parte del mondo. Nata nel ’42 da genitori inglesi in Tanzania nel sultanato di Zanzibar, studentessa alla Sorbona di Parigi, a Perugia (naturalizzata italiana) ha goduto a pieno l’avventura di vivere 40 anni, dal 1979 al 2018 accanto a un uomo geniale come Bertolucci in simbiosi culturale e affettiva.
Se non ci fosse stata lei, decisa a convincere ogni giorno il marito, non sappiamo se saremmo riusciti a mandare in porto nel 2017 il restauro di «Ultimo tango a Parigi», dicono oggi al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Elegante, bionda e intellettuale, ha assistito il marito nel lavoro (fino al film «L’assedio») e nel finale di partita di una vita complicata da una lunga malattia che l’aveva reso infermo: è stata una presenza costante, discreta e alla pari col regista dai molti Oscar che accompagnava nelle sue trasferte a ritirare premi, omaggi e memorie.
La sua carriera era iniziata col film americano di Antonioni e poi come assistente di Bernardo in «Novecento» e «La luna», dove debutta anche come sceneggiatrice. Dopo aver realizzato il suo corto «Couples and Robbers», candidato all’Oscar, ha girato il suo primo film «Alta stagione», premiato a San Sebastian, proseguendo con «Miss Magic»
interpretato dal giovane Russell Crowe e Bridget Fonda, mentre nel 2001 ha portato alla Mostra di Venezia «Il trionfo dell’amore» con Mira Sorvino e Ben Kingsley, adattamento cui ha partecipato Bertolucci di un testo di Marivaux del 1732 in cui si assiste a un illuministico match tra la forza del cuore e della ragione.