Abusi, don Marino condannato a 4 anni. Aperto un fascicolo anche per violenza sessuale
Confermata in appello la condanna per il prete accusato di aver abusato per quattro anni di una ragazzina minorenne della sua parrocchia, a Portocannone. Don Marino è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione. Inoltre la Procura di Larino ha riaperto il fascicolo processuale precedentemente archiviato, relativo al periodo dai 14 ai 16 anni, per violenza sessuale su minore.
Confermata in appello la condanna per il prete accusato di aver abusato per quattro anni di una ragazzina minorenne della sua parrocchia, a Portocannone. Don Marino è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione. Inoltre la Procura di Larino ha riaperto il fascicolo processuale precedentemente archiviato, relativo al periodo dai 14 ai 16 anni, per violenza sessuale su minore.
“Don Marino Genova è stato condannato in appello a 4 anni e 10 mesi di reclusione. Inoltre la Procura di Larino ha riaperto il fascicolo processuale precedentemente archiviato (sono in corso le indagini), relativo al periodo dai 14 ai 16 anni, per violenza sessuale su minore (art. 609 bis c.p.)”. È quanto scrive sul suo profilo Facebook, Giada Vitale, la 23enne di Portocannone che nel 2013 ha denunciato, per abusi sessuali, il parroco della chiesa SS. Pietro e Paolo a Portocannone.
Quella annunciata da Giada sul suo profilo è la sentenza d’appello che, pur confermando la condanna a emessa in primo grado, a sei anni di reclusione, decurta dalla pena due anni, in virtù delle attenuanti generiche. Il processo, celebrato al tribunale di Campobasso, ha diviso fortemente la comunità di Portocannone. Nonostante don Marino, difeso dall’avvocato Carlo Taormina, abbia confermato gli episodi raccontati da Giada, la ragazza è stata bersaglio di critiche, cattiverie e maldicenze, mentre per don Marino, sono stati numerosi gli attestati di solidarietà.
In aula nel recente processo si è discusso degli abusi durati da aprile a giugno 2009, ovvero fino a quando Giada non ha compiuto 14 anni. Per il periodo successivo, dai 14 ai 17 anni, il pm aveva ritenuto di archiviare il fascicolo, perché Giada sarebbe stata matura abbastanza per comprendere quello che stava accadendo. Oggi la situazione è diversa, la seconda tranche di abusi tonra a essere oggetto del giudizio e la Procura di Larino ha riaperto il fascicolo. “Quello che è successo ha cambiato la mia vita – dice Giada – oggi sono in terapia farmacologica per il trauma e ho speso anni della mia vita per avere giustizia, spero che sia arrivato il momento”.
I fatti andarono in scena quando Giada, oggi musicista, cominciò a suonare l’organo nella chiesa amministrata da don Marino. “Un pomeriggio lui mi portò in sacrestia, mi spogliò si strusciò contro di me e dopo mi diede la benedizione. Qualche tempo dopo ci fu un vero e proprio rapporto, lo raccontai a mia madre, ma non mi crdette, così subii in silenzio per quattro anni”.