Il risultato del Senato è sotto gli occhi di tutti e il premier Giuseppe Conte non ha altra scelta che salire al Colle. Con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si erano visti mercoledì e giovedì della scorsa settimana al Quirinale, con l’invito a chiarire in fretta la situazione all’interno della maggioranza e l’impegno del presidente del Consiglio..
Giuseppe Conte, a promuovere in Parlamento il chiarimento necessario dopo le dimissioni delle ministre e del sottosegretario di Italia viva. L’ora del redde rationem è arrivata e a questo punto, oggi il premier salirà al Colle per riferire le sue valutazioni dopo la due giorni di maratona parlamentare. (Continua..)
Sul tavolo naturalmente i numeri emersi dal voto a Montecitorio e Palazzo Madama, che consegnano al governo una maggioranza, anche se solo alla Camera assoluta, mentre al Senato l’equilibrio risulta precario, con un partito, Italia viva, che si è tirato fuori dalla coalizione, senza essere sostituito da un altro Gruppo.
Se quindi da un lato occorre prendere atto che l’esecutivo ha ottenuto la fiducia, dall’altro è altrettanto vero che manca un maggioranza parlamentare basata su un chiaro accordo politico, condizione ritenuta sempre necessaria dal Presidente della Repubblica per dare il via libera ad un governo. Ma Conte per provare a governare – difficile se non impossibile con quei numeri soprattutto nelle commissioni – deve far nascere in fretta il gruppo parlamentare a Palazzo Madama. (Continua..)
“Alla Camera è solo questione di giorni: Bruno Tabacci ha radunato i disponibili”, scrive Repubblica. Giuseppi vorrebbe comunque prendere tempo, ragionare sul rimpasto e allargare la squadra dei ministri e contemporaneamente attirare nell’orbita della maggioranza esponenti di Italia Viva e altri “costruttori”. Ma Mattarella, spiega il Giornale, è “preoccupato” e rapidi fino a obbligarlo, di fatto, a far partire la crisi pilotata. Tanto che il premier avrebbe non più di due settimane per allargare l’area politica del governo, si legge sul Corriere, altrimenti tutti a casa.
Mattarella infatti attende di capire se esiste la possibilità di un nuovo patto che permetta all’esecutivo di contare su una maggioranza solida e in che misura questo comporti dei cambiamenti all’interno della compagine di governo. Occorre quindi un governo con una maggioranza dai confini ben delineati, viceversa lo scioglimento delle Camere e lo sbocco elettorale potrebbero essere inevitabili, garantendo comunque le risposte di cui l’Italia ha bisogno sul piano economico e sanitario.