Come sempre, nel nostro tempo, la discussione è finita sull’immagine, non sulla realtà, e sulla pagina Facebook della cittadina americana di East Liverpool, Ohio, con 22.000 condivisioni e 3000 commenti, ci si divide a litigare se sia stata una buona idea diffondere la foto del bambino rimasto solo, sul sedile posteriore dell’automobile, con i due adulti, James Lee Acord, 47 anni, e Rhonda L. Pasek, 50, la mamma del piccolo secondo la polizia, la nonna secondo un testimone, nei sedili davanti, stravolti dalla droga.
L’immagine, tragica oleografia che ricorda Pulp Fiction del regista Tarantino con l’attrice Uma Thurman, in overdose, salvata con una intracardiaca da John Travolta, diventa poster dell’epidemia di eroina e oppiacei sintetici che devasta l’America. I dati del Cdc, Center for Disease Control (https://goo.gl/icIRWo) stimano che dal 2002 i morti da overdose siano quadruplicati, 10.500 vittime nel solo 2014. (Continua…)
Non è un problema metropolitano, nelle cittadine come East Liverpool, 11.000 abitanti, nel rurale Ohio (3050 morti per overdose nel 2015), perfino tra le montagne immacolate del New Hampshire, degrado e povertà, economica e morale, propongono gli stupefacenti come stile di vita a ceti e persone che fino a pochi anni fa condividevano magari la «Guerra alla Droga» della First Lady Nancy Reagan.
La politica insegue il narcotraffico dal Messico, mentre droghe sintetiche da laboratorio come il Fentanyl, o il Carfentanil (un tranquillante per elefanti) seminano morte e assuefazione. È stato giusto il Fentanyl, lo scorso 21 aprile, ad uccidere la rockstar Prince, riportando l’epidemia alla ribalta, ma già la campagna presidenziale tra la democratica Clinton e il repubblicano Trump non aveva potuto evitare l’emergenza, in New Hampshire, quando sanitari angosciati e mamme piangenti, avevano ricordato i giovani perduti per una dose di troppo. Al Cdc calcolano che alcol e nuovi stupefacenti siano tra le cause dell’accorciarsi dell’aspettativa di vita tra i maschi bianchi, dopo anni di crescita dell’età media. (Continua…)
La scelta dell’amministrazione di East Liverpool di diffondere le foto del piccolo con la sua «famiglia» è motivata dalla frustrazione davanti a fondi federali sempre ridotti e finanze locali esauste, con pochi dollari per cure e prevenzione. Condannato Acorn a 180 giorni di galera per guida in stato di ebbrezza e la Pasek rinviata a giudizio per avere messo un minore a rischio e mancato uso della cintura di sicurezza (la giustizia sa esser comica nelle tragedie), non resta alle autorità altro da fare, e i due, come milioni di americani, tornano a rischio. Ora la campagna elettorale per il Senato in Ohio, Stato decisivo anche per la Casa Bianca, gira tutta sulla droga, con il senatore repubblicano Portman e lo sfidante democratico, l’ex governatore Strickland, ad accusarsi di voler ridurre i finanziamenti alla sanità, «mentre ogni giorno perdiamo 129 ragazzi» lamenta dal web una mamma.
Come per il bambino profugo siriano Alan Kurdi, annegato a Bodrum nel 2015, e per Omran Daqneesh, sopravvissuto a 5 anni ai bombardamenti di Aleppo, i social media presto dimenticheranno il piccolo che a 4 anni ha testimoniato l’agonia artificiale della mamma-nonna. Ma la crisi, sociale e morale, dell’America davanti alle droghe sintetiche sarà, per il nuovo presidente, dramma quotidiano, un terrorismo in casa, silenzioso e micidiale, realtà violenta non immagine fatua.