“Oggi è difficile trovare un dato positivo, ma per misurare gli effetti delle misure del governo serve ancora tempo”. Giovanni Bocchi, data scientist, ci spiega cosa tutto quel che la Protezione Civile non dice dei dati che diffonde. A partire dal loro andamento. “Oltre a Lombardia ed Emilia-Romagna, preoccupano i dati di Piemonte, Marche e Toscana”.
“Oggi è difficile trovare un una notizia positiva: quasi tutti i valori hanno avuto un incremento rilevante”. Giovanni Bocchi ha 33 anni e un dottorato di ricerca in fisica nucleare. È uno dei titolari dell’azienda Kiwi Data Science, azienda che si occupa di consulenza statistica, intelligenza artificiale e Big Data prevalentemente in ambito manifatturiero e farmaceutico. Bocchi in particolare gestisce la divisione di statistica e intelligenza artificiale e ha costruito un modello matematico per rappresentare e commentare sulle sue pagine LinkedIn e Facebook i dati del bollettino della Protezione Civile relativo ai contagi, ai decessi e alle guarigioni da Covid-19.
Come sono i dati di oggi? “Oggi sono passati circa 8-10 giorni dall’inizio del lockdown e tutti ci saremmo aspettati degli effetti più significativi. Tuttavia per valutare gli effetti dovremo attendere ancora diversi giorni e continuare con le misure di contenimento”. Oggi l’Italia ha superato i numeri dei decessi della provincia cinese dell’Hubei: l’andamento dei dati italiani rispetto all’Hubei che cosa ci suggerisce? Come mai la curva italiana ha un andamento diverso rispetto a quella cinese?
Confrontare i nostri dati con quelli cinesi è sicuramente utile ma al contempo pericoloso anche per via delle diverse dinamiche sociali e geografiche dei popoli. Accostando i dati italiani al trend esponenziale del primo periodo notiamo sicuramente un piccolo rallentamento nella crescita dei decessi. Il diverso istante in cui l’Italia ha preso delle misure restrittive e il tipo di restrizioni imposte, rendono difficile un confronto diretto con i valori cinesi.
Ci sono regioni italiane che stanno avendo un andamento simile a quello della Lombardia? La dico meglio: ci sono regioni italiane che, guardando i dati, ti sembrano la Lombardia di qualche settimana fa? I dati relativi a molte regioni sono ancora relativamente pochi, per poter fare una comparazione statisticamente solida con la Lombardia. Detto questo, escludendo il Veneto e l’Emilia Romagna, regioni nelle quali la diffusione è avvenuta in parallelo alla Lombardia, vanno monitorate il Piemonte, le Marche e Toscana per le quali la crescita del numero dei casi è sicuramente rilevante.
Al Sud invece che succede? Da un punto di vista qualitativo, va detto che in quasi tutte le altre regioni italiane, negli ultimi giorni si osserva una crescita da non sottovalutare ma è ancora presto per trarre conclusioni matematiche sull’andamento.