“Se l’intesa non si fa – tuona Viktor Orbàn – è a causa del leader olandese” Mark Rutte, “non per colpa mia. È lui che ha iniziato questa faccenda. L’olandese è il vero responsabile per tutto il caos di ieri”. È scontro aperto Ungheria-Olanda, a Bruxelles, nella sede del Consiglio, durante il terzo giorno di vertice dei capi di Stato e di governo della Ue. “Ma il negoziato continua” twitta Giuseppe Conte. “Da una parte – fa sapere il premier italiano – la stragrande maggioranza dei Paesi, compresi i più grandi Germania, Francia, Spagna, Italia, che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo. Dall’altra, pochi Paesi, detti ‘frugali'”.
Il premier ungherese, Viktor Orbàn, ha accusato il collega olandese, Mark Rutte, di odiarlo personalmente e di voler punire il suo Paese. “Non so per quale motivo personale il premier olandese odi me o l’Ungheria”, ha attaccato Orbàn. “Ci sta attaccando duramente e ha fatto capire che visto che, a suo avviso, l’Ungheria non rispetta lo Stato di diritto deve essere punita finanziariamente”, ha sottolineato, “ma questa è la sua personale opinione e non è accettabile perché ancora sulla situazione dello Stato di diritto in Ungheria non c’è una decisione” riferendosi alla procedura Ue avviata contro Budapest, in base all’articolo 7. (Continua…)
“Prendete una decisione sull’Ungheria il prima possibile”, ha continuato Orbàn, assicurando di essere pronto a fare riforme. Proseguono le riunioni ristrette a Bruxelles prima dell’inizio della sessione plenaria. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel sta incontrando la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e i premier di Spagna, Pedro Sanchez, Portogallo, Antonio Costa e Grecia, Kyriakos Mitsotakis. La plenaria non inizierà prima delle 17.30. Riunione in corso anche per i leader dei ‘frugali’, Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia. Alla riunione dei quattro si è aggiunta anche la Finlandia. Michel è al lavoro per trovare una mediazione sulla dotazione di sovvenzioni del Recovery Fund. L’obiettivo è riuscire a mettere nero su bianco, nella nuova proposta, una cifra che non scenda al di sotto dei 400 miliardi di euro. Una delle ipotesi circolate era di 420 miliardi, ma per i ‘frugalì , arrivati al vertice con una posizione di ‘sovvenzioni zero’, raggiungere quella soglia non sembra realistico. “Bene l’appoggio della Finlandia ai ‘frugali'” esulta il cancelliere austriaco Sebastian Kurz.
Lo scontro Ungheria-Olanda arriva dopo i segnali di distensione con cui era cominciato il vertice. Il presidente francese Emmanuel Macron era il primo che aveva lanciato segnali di ottimismo. “È ancora possibile trovare un buon compromesso” sull’Mff 2021-27 e su Next Generation Eu, aveva dichiarato. Ma il compromesso, aveva aggiunto, “non si farà a spese dell’ambizione europea, non per il principio, ma perché siamo davanti ad una crisi inedita sul piano sanitario, economico e sociale. I nostri Paesi ne hanno bisogno e ne ha bisogno l’Europa”. Ma la cancelliera tedesca è stata di diverso avviso. È “ancora possibile” che non vi sia “alcun accordo”, ha ammesso Angela Merkel. “C’è molta buona volontà – ha aggiunto – ma anche molte posizioni diverse, farò ogni sforzo ma è ancora possibile che oggi non si possano ottenere risultati”. (Continua…)
La mattinata era iniziata negli uffici della delegazione tedesca al Consiglio europeo con un incontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier italiano Giuseppe Conte, il presidente francese, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen. Sul tema dello “stato di diritto che è quello della condizionalità” tra i leader Ue, aveva precisato ancora Macron, ieri c’è stato un “ampio consenso nel dire che non dobbiamo arrenderci, perché è al centro dei principi e dei valori europei”. “Un accordo è possibile, ma ci sono tante cose ancrora da sistenare”, è stata la posizione del premier olandese Mark Rutte e di quello ungherese, Viktor Orbàn. “Non possiamo concordare una clausola molto generale sullo stato di diritto, restano divergenze fra frugali ‘avarì e sud”, ha affermato il premier polacco Mateusz Morawiecki. “Non possiamo permetterci di apparire divisi”, ha ammionito il premier greco Kyriakos Mitsotakis. “Un no deal sarebbe un brutto segnale per l’Europa” avverte il premier portoghese Antonio Costa. “Possibile che ci sia una pausa lunga” spiega il leader sloveno, Janez Jansa. “Spero in un compromesso che ci faccia profedire”, auspica il primo ministro bulgaro Boyko Borisov. “Serve una risposta coraggiosa e visonaria” twitta il presidente del gruppo dei Popolari al Parlamento europeo Manfred Weber.
“Ci sono posizioni pooste su molti punti” è l’amara constatazione del il premier lussemburghese Xavier Bettel. “Il premier Conte, il ministro Amendola e tutti i nostri negoziatori stanno tenendo alto l’intersse nazionale, in una fase difficile che coincide con l’interesse europeo – è l’incoraggiamento che dall’Italia arriva dal ministro del Sud Giuseppe Provenzano – sono ore complicate, io mando solo il mio incoraggiamento , questo può essere un momento di vera svolta per l’Italia”. “È l’ora della svolta. La Ue dell’unanimità e dei veti non può reggere il passo dei tempi e non può fronteggiare la gravità della crisi Covid” è l’auspico del capodelegazione del Pd al governo, il ministro della Cultura Dario Franceschini. “Conte combatte battaglia a mani nude” afferma Anna Maria Berninipresidente dei Senatori di Fi. E Maria Stella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera dice: “Forza Italia sostiene il Paese e Conte che in Europa, affrontando una difficile partita”. “Conte debole accetti cogestione con Bruxelles” è l’invito che il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, rivolge al premier. “Nella partita per il presente e il futuro dell’Europa – posta il M5S su Facebook – è ormai evidente che ci sono due fronti, due visioni. Il Movimento 5 Stelle è schierato con chi non si arrende agli egoismi privi di respiro e difende il progetto di una grande comunità”. “Le dichiarazioni di Orbàn, che schiera l’Ungheria dalla parte dell’Italia nella disputa con l’Olanda sulla governance che regolerà i finanziamenti europei, fanno crollare il castello di ipocrisia della sinistra” chiosa sarcastico il capodelegazione di FdI al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza. “L’accordo va concluso con o senza Olanda” taglia corto la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto. Lo stesso Macron, prima dell’incontro, ha fatto sapere che Parigi è pronta a fare “blocco comune” con Berlino per una risposta “senza precedenti” alla crisi. Al momento però, dopo due giorni di intense trattative, i 27 non sono ancora riusciti ad avvicinare le posizioni sulle principali questioni che li dividono: da una parte il volume, la composizione e la governance del Recovery Fund, punti sui quali rimane l’opposizione dei paesi frugali, Olanda in testa, e dall’altra il rispetto dello Stato di diritto come condizionalità per ottenere i fondi per la ripresa, su cui continua a pesare il ‘niet’ del blocco di Visegrad.