Sospensione di tutte le manifestazioni o riunioni, in luoghi pubblici o privati. Ristoranti, bar e pub aperti, ma solo con servizio al tavolo, riservato a componenti dello stesso nucleo familiare (o congiunti), rispettando la distanza di un metro tra un cliente e l’altro. Stop alle visite nelle strutture socio-sanitarie, a meno di esigenze straordinarie, previa valutazione da parte della direzione della casa di cura. Divieto di utilizzo dei giochi per bambini, in giardini e ville pubblici e mezzi pubblici a numero chiuso, con solo i posti a sedere fruibili al 100%.
Un mini lockdown, per evitare che la situazione degeneri. È questo il piano che sta valutando la Regione, d’intesa con il Comune della Spezia – dove si concentra la larga maggioranza dei casi – per arginare la recente ondata di contagi che si è verificata nella provincia dell’estremo levante ligure. Nessuna di queste misure è stata assunta ieri, anche sulla scorta dell’ultima tornata di dati, che sono in parte confortanti. (Continua…)
«Abbiamo 26 nuovi casi alla Spezia – ha spiegato ieri il presidente della Regione, Giovanni Toti – sono sensibilmente meno del giorno precedente. Il dato più sensibile resta quello degli accessi in ospedale». Le persone ricoverate, in tutta la Liguria, a ieri erano 96, con un contributo decisivo del territorio spezzino: 64, con 10 pazienti più dell’altro ieri (19 in Liguria) e sei persone sottoposte a cure intensive.
«Stiamo ragionando su diverse possibili misure», ha aggiunto il governatore. Tra queste, quella principe potrebbe essere la mancata riapertura delle scuole, nella sola provincia della Spezia, in via precauzionale. «È una delle iniziative che stiamo valutando ma non abbiamo né come Regione né il sindaco, preso alcuna decisione in questo senso». La situazione alla Spezia è l’unica a destare preoccupazione. Ed è la sola per cui sta vagliando un piano più strutturato. (Continua…)
A suggerire di stringere le maglie, dopo le limitazioni introdotte negli ultimi giorni è stata la task force regionale coordinata da Alisa, dopo aver analizzato il trend dei contagi, che ha visto il territorio della Asl 5 staccare nettamente le altre province, dove invece il quadro è diverso dalla quiete degli ultimi mesi ma in sostanza sotto controllo. A preoccupare è l’incidenza dei casi in rapporto alla popolazione, nonché la severità dei sintomi, che, dopo mesi, hanno nuovamente messo sotto una certa pressione gli ospedali.
L’obiettivo degli epidemiologi è come sempre rompere la catena del contagio, che in alcuni casi presenta pazienti non chiaramente collegati fra loro. Perché se è vero che una radice al moltiplicarsi dei casi è stata trovata seguendo le mosse di alcuni cittadini di origine straniera che si sono mossi tra Liguria e Toscana, dove hanno partecipato ad alcuni incontri e occasioni comuni, lo è altrettanto che non tutti i positivi sono spiegabili con questa matrice. L’ultima parola spetta alla politica e al presidente della Regione Giovanni Toti, che ha già palesato la volontà di non stringere le maglie più del necessario.