Manca solo il risultato dei tamponi degli ultimi 23 addetti, assenti al momento dei prelievi nei giorni scorsi, per conoscere la mappatura completa del focolaio nella Siciliani Carni SpA. La campagna di indagine ha seguito uno schema a cerchi concentrici:
dal primo cluster rilevato, corrispondente all’area macellazione, fino a coinvolgere tutti gli altri settori. “In questa maniera – spiega la Asl – è stato possibile mappare e controllare con precisione la diffusione del virus”. “Le misure, in linea con quanto previsto nel protocollo nazionale sulle indicazioni normative e procedurali della emergenza sanitaria – continua –
forniscono in anticipo un modello di gestione di cui potranno avvalersi tutte le aziende a partire dallo sblocco del lockdown annunciato per la prossima settimana”.
Il protocollo contiene diverse misure di contenimento: controllo della temperatura corporea ai dipendenti, igiene obbligatoria delle mani, sanificazione degli ambienti, obbligo di utilizzo di mascherine e – continua –
dispositivi di protezione individuale, informazione e sistemi di vigilanza sul rispetto delle norme da parte dei datori di lavoro e allontanamento di quanti dovessero manifestare sintomi sospetti da infezione Sars Cov-2. L’azienda di lavorazione carni, di Palo del Colle, è chiusa già da qualche giorno e ha sospeso quasi tutte le attività.
Per la Asl il caso Siciliani è diventato il modello di gestione per eventuali focolai sui luoghi di lavoro nella fase due. Fondamentale lo screening anche sugli asintomatici e il piano di misure preventive per garantire la ripresa delle attività in sicurezza.