Riaprire il 4 maggio e far ripartire tutto il settore il prima possibile per scongiurare il lavoro abusivo: «Quello sì che sarebbe pericoloso. Immaginiamo i parrucchieri che vanno nelle case, senza misure di sicurezza e senza prudenza: sarebbe un dramma». Sabatino Iovino, titolare di Pajosa Parrucchieri a Ottaviano, è il coordinatore provinciale di Casa Artigiani, sezione bellezza e sanità: un sindacato che mette insieme centinaia di parrucchieri, ma anche estetiste.
È anche il coordinatore di Hair Academy, un’associazione di cinquanta parrucchieri attivi in tutta la Campania. Iovino ha il polso della situazione e lo dice chiaramente: la sua categoria è tra le più penalizzate dalla crisi economica in corso per colpa della pandemia. Spiega: «Siamo a un passo dal collasso, ci possiamo salvare solo se riusciamo a riaprire velocemente, cioè dal 4 maggio, come gli altri». Lui sta inviando tutorial agli amici su come tagliarsi i capelli e si sta sentendo tutti i giorni coi suoi sette dipendenti di Ottaviano. Ed è a loro che pensa: (Continua…)
«La favoletta del ragazzo di bottega è roba vecchia. Con me lavorano persone di 40 anni che hanno famiglia. In tanti, se non riusciamo ad rimettere in moto tutto il comparto, finiranno col fare gli abusivi: andranno nelle case della gente e a quel punto il rischio di contagio sarà molto serio». I parrucchieri in regola, invece, secondo Sabatino sono già pronti: «La maggior parte di noi ha comprato o almeno ordinato il kit monouso: mascherina, guanti e tovagliette usa e getta. Quasi tutti già lavorano per appuntamento e si potrebbe allungare l’orario, facendo tramontare anche il mito del lunedì, quando il barbiere era canonicamente chiuso.
Ma qui si tratta di adeguarsi ai tempi: in molte città gli orari sono già liberalizzati, ben prima dell’emergenza sanitaria». Insomma, le possibilità per riaprire in fretta ci sarebbero: «Davvero non capisco perché si parli di parrucchieri ed estetiste come di attività che potrebbero partire a fine maggio: non siamo forse una priorità? Appena la gente uscirà, vorrà proprio tagliarsi i capelli, aggiustare l’acconciatura. Si tratta solo di pretendere il rispetto delle regole e di non prendersi in giro». (Continua…)
Cosa vuol dire prendersi in giro? «Vuol dire che finora c’è stata gente senza scrupoli che ha lavorato con le serrande abbassate o andando a domicilio. Ha messo in pericolo se stesso e i clienti: chi si è attenuto alle norme merita di aprire subito, ma se si perderà ulteriore tempo l’esercizio abusivo dilagherà e sarà impossibile fermarlo, anche per una questione economica. Bisogna pur arrivare alla fine del mese».
In Campania si stimano 3500 parrucchieri titolari di partita Iva. Dice Sabatino Iovino: «A loro vanno aggiunti i dipendenti: un esercito di lavoratori che stanno fermi da 40 giorni. I 600 euro del governo, per chi li ha avuti, non sono serviti a nulla. Sa quanto ho pagato di bolletta per la corrente elettrica? Proprio 600 euro: è evidente che si tratta di cifre non sufficienti». A nome dei parrucchieri che rappresenta, dunque, Sabatino Iovino lancia un appello al governatore De Luca: «Si renda conto che siamo indispensabili, ci metta in condizione di lavorare con almeno due persone per ogni negozio, ovviamente nel rispetto delle distanze. Quando accendo la tv vedo politici con i capelli ben fatti: me ne accorgo subito, è deformazione professionale. Solo Mattarella davvero non è andato dal barbiere, gli altri qualche soluzione l’hanno trovata. E allora mi chiedo: perché loro sì e i cittadini no? Appena si aprirà tutto verranno a cercarci, noi dobbiamo farci trovare aperti».