La notizia è stata certificata e riportata da LaRepubblica.it che riporta quanto segue: Sei giorni con la mascherina sul volto per scongiurare la nuova ondata di contagi. Da domani e fino a martedì (2 giugno), i piemontesi potrebbero essere costretti a coprire naso e bocca ogni volta che escono di casa all’interno delle zone abitate. Dove cioè c’è il rischio di incontrare altre persone senza poter garantire la distanza di sicurezza che scongiura la diffusione del virus.
La decisione sarà presa solo oggi, ma l’idea di rendere obbligatoria la mascherina all’aperto nei giorni a più alto rischio movida è maturata ieri durante l’incontro tra il presidente della Regione Alberto Cirio e il prefetto di Torino Claudio Palomba. Un confronto che era stato annunciato lunedì, dopo il primo week end con i locali aperti la sera, e soprattutto dopo le folle che si sono ammassate lunedì in strada per assistere allo spettacolo delle frecce tricolore, sopra il centro di Torino. Il timore, condiviso anche dalla sindaca Chiara Appendino, è che un altro fine settimana di tempo primaverile, seguito dal Ponte del 2 giugno, possano vanificare le settimane di lockdown i cui benefici sulla curva dei contagi si vedono ora in maniera consistente anche nel Piemonte che ha tardato a intraprendere la via della guarigione rispetto ad altre regioni italiane. (Continua…)
Via che, anche a guardare i dati dei contagi diffusi ieri sera dall’Unità di crisi, sembra percorsa ormai stabilmente: ieri ci sono stati 86 nuovi contagi, quasi il doppio del giorno prima, ma con 24 tamponi positivi registrati nelle Rsa, e 14 decessi. Sono 374 in più i guariti e 70 i ricoverati in terapia intensiva, due in meno del giorno prima. Il timore è che la discesa di questi giorni, inverta il segno per risalire, per effetto dell’apertura dei locali, della mobilità e degli incontri tra le persone. Da qui la stretta. E la decisione di usare i prossimi sei giorni per consolidare il risultato.
Anche perché dal 3 giugno si aprirà la Fase 3, quella che, almeno per ora, prevede la riapertura dei confini tra le regioni e, a meno di chiusure nostrane (che al momento vengono smentite), costringerà Piemonte e regioni confinanti ad adottare misure omogenee. Oggi la mascherina all’aperto è già obbligatoria in Lombardia (e Veneto), mentre non lo è in Liguria. Di questo però si ragionerà solo alla luce dei dati che arriveranno dal ministero della Salute venerdì, con il monitoraggio settimanale dei 21 parametri di sicurezza per sorvegliare l’andamento dell’epidemia. (Continua…)
In attesa dei numeri, il presidente Alberto Cirio scriverà oggi una nuova ordinanza per rendere ancora più chiaro ciò che in realtà è già previsto: la mascherina all’aperto è infatti obbligatoria quando non si riesce a garantire il distanziamento sociale. Le immagini di sabato sera e di lunedì pomeriggio hanno però chiarito che non si può affidare la misura della giusta distanza alla valutazione dei singoli. E così, a partire da domani, sarà esteso il modello già individuato per i centri commerciali, dove la Regione ha imposto l’uso delle mascherine in tutti gli ambienti, all’aperto e al chiuso, con l’obbligo di indossarle dal momento in cui si scende dall’auto a quello in cui si risale a bordo per tornare a casa.
L’indicazione regionale potrà essere condivisa o bocciata dai sindaci, che mantengono la possibilità di restringere o allargare i paletti delle ordinanze. La prima cittadina di Settimo, Elena Piastra già si è mossa ieri in autonomia, rendendo obbligatorio coprire naso e bocca nelle zone affollate della cittadina alle porte di Torino. Per il capoluogo la questione, collegata anche ad altri provvedimenti legati alla gestione della movida, sarà affrontata domani durante la riunione del Comitato di ordine e sicurezza in Prefettura.