“Così malato non lo vogliamo”, neonato abbandonato in ospedale: la malattia di Giovannino (Foto)

di admin

“Così malato non lo vogliamo”, neonato abbandonato in ospedale: la malattia di Giovannino (Foto)

| giovedì 07 Novembre 2019 - 14:32

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“Così malato non lo vogliamo”, neonato abbandonato in ospedale: la malattia di Giovannino (Foto)

Attenzione, alla fine dell’articolo sono presenti immagini forti. Giovannino era un bambino desiderato. Per averlo, i suoi genitori – una coppia di italiani – si erano sottoposti alla fecondazione eterologa. Ma subito dopo il parto, scoperto che il loro cucciolo di 3 chili era affetto da una rarissima malattia genetica, hanno scelto di abbandonarlo.

«Una scelta che non giudichiamo, senza dubbio presa con grande sofferenza. Non si può mai sapere come si reagirà in una situazione finché non si è coinvolti direttamente», commenta ora Daniele Farina, primario di Neonatologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino, dove Giovannino è nato ad agosto. (Continua…..)

La notizia positiva di questa storia così difficile da digerire è che il piccolo sta bene. Sta bene nonostante la grave malattia. Si chiama Ittiosi Arlecchino, il nome deriva dal fatto che chi ne è affetto ha la pelle ricoperta da una membrana lucida, associata a placche che ricoprono tutto il corpo, placche simili alle pezze che ricoprono il costume della celebre maschera e che rendono molto più alto il rischio di infezioni anche fatali in tenera età.

Ma nel reparto di Terapia intensiva del Sant’Anna, Giovannino cresce. Non ha nessun problema neurologico, si distingue soltanto per quella sua cute delicatissima, che non gli permette di avvicinarsi alla luce. Per tutto il resto è davvero un bimbo come gli altri. (Continua…..)

È arrivato a pesare 5 chili, ha iniziato a lallare e ama la musica che gli fanno ascoltare infermieri e medici di tutto il reparto, diventati le sue mamme e i suoi papà in questo tempo. Nel mentre, sia in ospedale sia ai Servizi sociali del Comune di Torino, non smettono di arrivare le chiamate di famiglie e single che si offrono per l’affidamento o l’adozione di Giovannino. Una gara di solidarietà a cui partecipa anche la Regione. La giunta di Alberto Cirio si è messa disposizione per aiutare la Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo, che si è già detta disponibile, ad accogliere il piccolo. «Per noi, il neonato può lasciare l’ospedale – aggiunge Farina -.

Una famiglia è senz’altro il contesto migliore in cui può crescere, ma è chiaro che un bimbo in questa situazione richiede una cura costante, di 18 ore al giorno, che corrispondono a tutte quelle in cui non dorme». Per Giovannino non ci sono cure. L’unico sollievo è ungerlo due o tre volte al giorno con oli e creme perché la sua pelle si ammorbidisca e si riduca il rischio di sviluppare infezioni. «Possiamo stimare che, tra la clinica Mangiagalli di Milano e l’ospedale Sant’Anna di Torino, i due maggiori punti nascita italiani, 4 neonati all’anno vengano abbandonati in ospedale per ragioni sanitarie – commenta il professor Fabio Mosca, presidente della Società italiana di Neonatologia – Si tratta, evidentemente, di casi eccezionali. Nella stragrande maggioranza delle situazioni, i genitori italiani lottano al fianco dei loro bambini malati, li accudiscono, gli vogliono bene. Questa vicenda fa riflettere anche sui servizi disponibili per aiutare le famiglie, nel breve e nel lungo termine, che esistono ma che, come tutto, possono sempre essere migliorati. Proprio questo tema è al centro della prossima Giornata della Prematurità che si celebra il 17 novembre». Di seguito alcune immagini che raffigurano questa grave malattia. (Attenzione, immagini forti che potrebbero urtare la tua sensibilità).

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