Aiuto, sono un dacnofilo! “Ciao ragazze! Avrei un problema: mi piace mordere”. Durante il se$$o, intende Gino (nome di fantasia, ndr). “Non mordicchiare eh, proprio mordere mordere, è come se avessi un feticismo della pelle”. Sapevamo dei piedi, delle gambe e dei capelli, della pelle ci mancava, perciò indaghiamo. “Mi presto a fare tutto, ma l’unica cosa che davvero mi fa impazzire è morderla ovunque, lobi, capessoli, natiche, guance.
L’eccitazione a quel punto è tale che senza volerlo affondo sempre di più. È capitato più volte che le facessi male”. Dall’enciclopedia del Dott. Pedrazzi, leggiamo: DACNOFILIA. Piacere se$$uale derivante dal mordere il partner. In tutti i casi è segno di fissazione orale e tratti aggressivi per cui il marchio lasciato dalla morsicatura è segno di possesso. Gino ci scrive per due motivi:
capire, dalla nostra reazione, se è malato e deve preoccuparsi, e farsi dire, già che c’è, come può convivere ogni giorno con questa sua irrefrenabile tendenza.
Se sulla prima gli facciamo presente la nostra idea wildiana secondo cui le pulsioni vanno accondiscese almeno finché non degradano la propria persona o recano danno o fastidio ad alcuno, sulla seconda ci viene in mente una soluzione tutta nostra quantomeno per salvare la poveretta dal cannibalismo: i kissable.
Nutella e Spray Pan sono roba anni ’80, tenetele per la Saint Honorè. Ora è la volta della cosmetica erotica edibile fatta apposta per cosplayer e skin-addicts. C’è quella poetica con tanto di calamaio e pennino per scrivere versi di vaniglia e caramello e quella più burlesque in polvere luminosa di fragole e champagne da cospargere ovunque a mo’ di cipria.
Diciamo a Gino che se versa molta crema e si concentra sul suo sapore, magari evita di affondare i canini in stile Dracula e compie un peccato sì di gola, ma non di avidità. Ne ha comprati altri tre. Mi sa che hanno funzionato.