La capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, ha deciso di entrare nel porto di Lampedusa nonostante la mancanza di autorizzazioni da parte delle autorità ed è stata arrestata per resistenza o violenza contro nave da guerra, un reato che prevede una pena dai 3 ai 10 anni di reclusione. Rackete, che sarà interrogata sabato, è ai domiciliari. Entrare nel porto di Lampedusa anche senza le autorizzazioni «è stata una decisione dell’equipaggio della Sea Watch» e non solo della capitana, ha detto l’avvocato della Ong tedesca, Leonardo Marino.
L’avvocato ha confermato che la donna sarà agli arresti domiciliari a Lampedusa e che l’udienza di convalida dell’arresto si terrà nei prossimi giorni. Nel periodo trascorso in caserma, secondo l’avvocato, non è stato ricostruito quanto accaduto nella notte: «Le sono stati notificati degli atti, il verbale di sequestro e di arresto e la notifica della sanzione in base al decreto Salvini, niente di più». La comandante della Sea Watch potrebbe essere processata per direttissima visto che è stata infatti arrestata in flagranza di reato per violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione che richiama il comportamento del comandante o dell’ufficiale che commetta atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, ed è punibile con la reclusione da tre a dieci anni.
“C’è voluta una donna tedesca per mettere in crisi e sparigliare le carte al ministro Salvini, una ragazza tedesca dai grandi valori, una donna straordinaria che ha avuto tutto dalla vita e ora dedica una parte della sua vita a chi non ha niente”. E’ il commento all’AdnKronos del padre missionario Alex Zanotelli, dopo l’azione della nave SeaWatch capitanata da Carola Rackete, entrata forzando il blocco della Guardia di finanza nel porto di Lampedusa con a bordo 42 migranti.
“Questa donna meriterebbe un premio Nobel – afferma il religioso comboniano – per il suo coraggio di sfidare una legge assurda, cui bisogna disobbedire, perché è un atteggiamento profondamente cristiano la disobbedienza alle ingiustizie, i primi martiri sono morti proprio per questo motivo: la legge della vita e la legge dell’amore devono essere la nostra bussola, fino al punto di pagare di persona come sta ora rischiando la ‘capitana’ della SeaWatch”.
Osserva padre Zanotelli: “Mi ricorda Antigone, quando dice che l’unica maniera per interrompere la serie di leggi assurde e uscire fuori dalla follia collettiva è usare la parola ‘amore’, visto che ci stiamo disumanizzando, al punto da ordinare di togliere striscioni che esortano a restare umani e ricordano la massima evangelica dell’amare il nostro prossimo: davvero assurdo”. “Sto veramente male – confessa padre Zanotelli – soffro un male boia davanti alle conseguenze deldecreto sicurezza che non è altro che un ‘gioco’ di Salvini per creare lo scontro in un clima di guerra, dove ogni prova di forza procura consenso politico e voti elettorali, purtroppo anche fra tanti cattolici, che a furia di ricordare di essere cattolici si sono dimenticati di essere cristiani…”.
La SeaWatch con i migranti a bordo “era come un’ambulanza con un malato grave a bordo che corre verso l’ospedale più vicino e non si ferma neanche davanti all’alt della polizia; l’imbarcazione aveva uno stato di emergenza a bordo ed era giusto che non si fermasse nella corsa ad approdare nel porto più sicuro e vicino”. Alex Zanotelli riferisce di aver pensato di “affiancare il parroco di Lampedusa, che da diverse notti dormiva all’aperto fino ad attendere lo sbarco dei migranti: la sua gioia e la sua commozione di ora sono la nostra gioia e la nostra commozione. La esprimeremo anche nella giornata di digiuno del 3 luglio davanti a palazzo Montecitorio dove giungeremo in cammino da piazza San Pietro, dopo aver ascoltato all’udienza generale le parole di Papa Francesco“, annuncia.