Quattro settimane dopo le stragi di El Paso, Texas, e Dayton, Ohio, con trentuno morti e oltre cinquanta feriti, un altro sabato di follia con almeno cinque morti, una trentina di feriti e il killer ucciso dalla polizia. Ancora in Texas, a Odessa, ma con modalità diverse:
nel pomeriggio, un uomo, bianco, sui trent’anni, armato di fucile, dopo aver rubato un furgone postale, ha prima sparato a un agente, poi è partito puntando un centro commerciale nella zona est di Odessa dove ha preso di mira le persone, scegliendole a caso.
All’inizio si era parlato di un altro sparatore, a bordo di una Toyota, ma la notizia non è stata confermata. Tra i feriti c’è un bambino di poco più di un anno e mezzo. Il killer, in fuga verso Midland lungo una strada statale, è stato intercettato nel parcheggio di un cinema, dove forse voleva entrare per mettere in atto una nuova strage, ma è stato abbattuto dalla polizia.
Un video shock, con immagini confuse e drammatiche, riprende il momento in cui il sospetto viene ucciso. Si sentono nitidamente una serie di colpi in successione. Il filmato ha cominciato a girare sulla rete meno di un’ora dopo la sparatoria. Prima che il killer venisse intercettato, era scattato l’allarme generale in tutta la zona, tra Odessa e Midland, a meno di 500 chilometri da El Paso, nella parte occidentale del Texas.
La polizia aveva invitato gli studenti del campus dell’Università del Texas Permian Basin a non uscire dalle stanze e a non aprire. Il conduttore della tv locale, la Cbs 7 di Midland, per motivi di sicurezza durante la diretta aveva lasciato la sua postazione che si affacciava sulla strada. Alle 6 di pomeriggio, l’allarme si è concluso. Il presidente Donald Trump su Twitter aveva annunciato di essere in collegamento con la polizia per seguire gli sviluppi.
Il nuovo massacro rinfocolerà le polemiche. Gli episodi, ormai, si succedono a un ritmo inquietante e, come in un macabro gioco di emulazione, adesso coinvolgono i centri commerciali nei weekend: secondo una recente analisi del Washington Post, dal giugno 2015 si registra una sparatoria con almeno quattro morti ogni 47 giorni. A metà degli anni ’90, era di una ogni 180 giorni. Ma l'”epidemia”, come l’ha definita il candidato dem alle primarie presidenziali, Beto O’Rourke, commentando a caldo la sparatoria di Odessa, non riguarda tutti gli Stati Uniti. Alle Hawaii non si registrano episodi del genere dal ’99. La Florida, invece, ne ha avuti almeno sei. Secondo una organizzazione no-profit, Gun Violence Archive, la percentuale di omicidi, suicidi e sparatorie, e’ più alta negli stati che hanno leggi meno rigide sul possesso di armi. Uno di questi è il Texas.