El Chapo è stato condannato all’ergastolo in Usa. Il 62enne, tra i più noti boss del traffico di droga e che riuscì due volte a fuggire da prigioni messicane, trascorrerà il resto della sua vita nel carcere di massima sicurezza a Florence, in Colorado. Alla lettura della sentenza era presente anche la moglie Emma Coronel.
l’organizzazione più grande nell’emisfero occidentale di traffico di droga, nell’ambito della quale ha ordinato omicidi di nemici e pagamenti di tangenti a funzionari messicani.
Si conclude così un processo durato tre mesi – nel quale lui non ha mai testimoniato – e che ha catturato l’attenzione su scala internazionale.
La procura aveva chiesto e ottenuto anche la restituzione di 12,6 miliardi di dollari. Secondo il New York Daily Mail, Guzman ha rotto il silenzio affermando: «Dal momento che il governo mi spedisce in carcere e il mio nome non verrà più fatto, colgo l’opportunità per dire: non c’è stata giustizia».
El Chapo ha preso la parola prima della sentenza per dire che gli è stato negato un giusto processo e lamentarsi delle condizioni carcerarie legate al suo duro isolamento. A suo avviso, il caso è stato «macchiato» dai pregiudizi dei giurati, che secondo il suo avvocato hanno letto impropriamente la copertura dei media venendone condizionati.
Il difensore ha rilanciato quindi la richiesta di un nuovo processo. Parlando attraverso un traduttore, il boss ha definito la sua detenzione «una tortura psicologica, emotiva e mentale 24 ore al giorno».
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