Elena Del Pozzo, la frase del nonno ha fatto crollare la mamma Martina. Emerge una verità tremenda sull’omicidio

di Redazione

Elena Del Pozzo, la frase del nonno ha fatto crollare la mamma Martina. Emerge una verità tremenda sull’omicidio

| giovedì 23 Giugno 2022 - 01:15

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Elena Del Pozzo, la frase del nonno ha fatto crollare la mamma Martina. Emerge una verità tremenda sull’omicidio

In Martina Patti, la madre di Elena Del Pozzo, non c’è nessun tipo di pentimento. La 23enne che ha ucciso la piccola Elena, secondo il Gip, sarebbe stata lucida e calcolatrice. «L’unica spiegazione logica e plausibile della dinamica degli eventi è quella che Elena sia stata vittima di un preordinato gesto criminoso, meditato e studiato dalla madre». Lo scrive il Gip Daniela Monaco Crea nelle quindici pagine dell’ordinanza cautelare in carcere emessa nei confronti di Martina Patti per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della figlia Elena, uccisa a 5 anni.

Per il giudice la 23enne è «lucida e calcolatrice», ha ucciso la bambina, «vittima di una morte violenta particolarmente cruenta e anche lenta», con tecniche che fanno ritenere debba «essere stata necessariamente nel pieno delle sue facoltà», trovandosi «in condizioni fisiche e psichiche idonee all’agire». E con freddezza. La donna, ricostruisce il giudice nel provvedimento, si era «procurata gli attrezzi per scavare la buca, aveva individuato un luogo impervio e isolato dove seppellire il cadavere».

Inoltre, «uscendo da casa in compagnia della figlia ancora viva, aveva portato con sé un coltello e ben cinque sacchi della spazzatura necessari per la completa esecuzione del delitto».

Ha poi «occultato l’arma e posto in essere la condotta di lucido depistaggio» e «dopo essersi ricomposta» ha messo in scena «un lucido depistaggio» simulando un inesistente sequestro di persona da parte di commando armato.

Secondo un’ipotesi investigativa, che ha trovato maggiore consistenza dopo accertamenti medico legali, Elena sarebbe stata colpita dopo che la donna, forse perché le è mancato il coraggio, le ha coperto la testa con una busta. Infierendo su di lei con quasi una ventina di coltellate. Ma al Gip, durante l’interrogatorio, dice «non ricordo bene» il momento del delitto, perché, sostiene, «ero girata e non volevo guardare». Una ricostruzione piena di «non ricordo» e senza, secondo il giudice, manifestare «alcun segno positivo di ravvedimento e pentimento».

«Tutti elementi – rileva il Gip – che denotano una particolare spregiudicatezza, insensibilità alle regole del vivere civile, un’assoluta mancanza di resipiscenza ed intensa volizione criminosa». Eppure in qualche modo fragile psicologicamente, tanto da confessare di aver ucciso la figlia Elena soltanto dopo che suo padre «l’ha rassicurata» sul fatto che «il suo sentimento per lei non sarebbe mutato qualunque azione avesse commesso».

Solo dopo Martina ha «rotto il silenzio e iniziato a confidarsi, affermando ‘la bambina non c’è più’ e mostrandosi disponibile a portarlo sul luogo dove aveva seppellito il cadavere di Elena».

L’ispezione del luogo indicato dall’indagata ha permesso il ritrovamento, sotterrato in una buca, del corpo della piccola che indossava soltanto una maglietta.

Sul posto sono stati anche trovati un pantaloncino di colore giallo e cinque sacchi per la spazzatura di colore nero. A pochi metri sono stati trovati anche due spuntoni in metallo e una zappa e una pala con dei manici in legno. Domani, mercoledì 22 giugno alle 17, nella Cattedrale di Catania, saranno celebrati i funerali di Elena. A officiare il rito funebre sarà l’arcivescovo metropolita Luigi Renna.

Per la cerimonia è stato deciso il divieto di accesso in chiesa a telecamere e fotografi, sarà trasmessa in diretta, con libero accesso all’uso delle immagini, sul canale Youtube e sulla pagina Facebook dell’arcidiocesi di Catania. La Questura ha «predisposto accurati servizi di ordine pubblico» affinché i funerali «possano svolgersi in modo ordinato e senza alcuna turbativa»

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