Nel giorno delle elezioni Europee, ecco piovere l’appello elettorale di Gad Lerner, fieramente schierato contro i sovranismi che “agitano” l’Unione europea. Gad, per invitare gli italiani ad andare al voto, sceglie un registro spaventoso, mira a generare inquietudine. E così, su Twitter, scrive:
“Elezioni Europee, bello sapere di essere 350 milioni di elettori…. ma votate per rimanere uniti, c’è chi vorrebbe che la prossima volta ci ritrovassimo in molti di meno”. E ancora: “No al ritorno dei nazionalismi che insanguinarono il nostro passato“. Ufficiale: Lerner è “in guerra”. Perché ha vinto Salvini? Date Gad Lerner ai politologi e troveranno la risposta. Come riporta IlGiornale.it
Che poi è estendibile e applicabile alle volte in cui gli elettori hanno premiato il centrodestra. E la risposta risiede nella saccenza, nella supponenza e nel disprezzo nei confronti del popolo. E quindi della democrazia. Come spiegare altrimenti l’analisi “illuminata” del conduttore televisivo all’indomani del boom del Carroccio.
“L’Italia leghista è un rivolgimento profondo, sociale e culturale prima ancora che politico, come testimonia il voto nelle ex regioni rosse. Già in passato le classi subalterne si illusero di trovar tutela nella trincea della nazionalità. Non finì bene”, scrive Lerner.
Una disamina dal salotto radical chic che più a sinistra non si può e che malcela il sempiterno odio nei confronti degli elettori. Di destra però. Ignoranti, analfabeti, inferiori e ora anche subalterni. A cosa? All’intellighentia, immaginiamo. Un classismo progressista d’altri tempi. Tranquilli, però, il maestrino Lerner è già pronto a salire in cattedra. E il 3 giugno, nel suo nuovo programma “L’Approdo” in seconda serata su Rai3, indovinate un po’ di cosa parlerà?
Ma della Lega naturalmente. Perché, come ha dichiarato il giornalista qualche giorno fa: “Tra alcuni anni proveremo vergogna per il comportamento del nostro governo, per la denigrazione di chi pratica il soccorso in mare, per l’offesa recata a dei sofferenti trattati come se fossero dei furbi e ci chiederemo come sia stato possibile accettarlo”. La lezione è già pronta, insomma. E la previsione del futuro pure. Quello che manca è l’analisi del presente. E della democrazia.