Sospensione immediata dalla scuola. Già da domani mattina, lunedì 29 luglio, Eliana Frontini, la professoressa di storia dell’arte e disegno dell’Istituto Pascal di Romentino di Novara che ieri aveva scritto «Uno di meno, e chiaramente con uno sguardo poco intelligente, non ne sentiremo la mancanza» parlando del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso venerdì a Roma, rimarrà senza cattedra.
«Un soggetto del genere non può stare all’interno di una scuola e, meno che mai, nel ruolo delicato e importante di chi ha la responsabilità di educare e insegnare ai nostri figli il rispetto per lo Stato, per le istituzioni e per chi le rappresenta ogni giorno», hanno commentato il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Innovazione Matteo Marnati.
E mentre ancora la macchina della giustizia deve partire, l’insegnante rischia di essere denunciata per vilipendio ed è già stata querelata per diffamazione dal Sap, sindacato autonomo di polizia, già da domani mattina per lei sarà avviato il procedimento disciplinare chiesto dallo stesso ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
E, con effetto immediato, l’ufficio scolastico Regionale la sospenderà dal ruolo in attesa dell’esito del procedimento disciplinare. «Sono stata fraintesa – si è giustificata la Frontini – Intendevo dire che chi sceglie di fare il carabiniere deve accettare anche i rischi del mestiere.
Se fosse morto un idraulico, una professoressa, un fornaio sarebbe stato diverso». Intanto già da ieri pomeriggio la docente dopo essersi scusata aveva provveduto a cancellare il suo profilo, ormai inondato dai commenti. A Novara tutti prendono le distanze da quella frase pubblicata sui social. Dal sindaco Canelli al questore Rosanna Lavezzaro.
Era già successo ad un altra professoressa torinese, Flavia Lavinia Cassaro, sospesa il 1 marzo 2018 dopo la sua partecipazione al corteo sfociato negli scontri del febbraio di quell’anno in occasione di una protesta contro un comizio di Casapound. La professoressa torinese aveva urlato ai poliziotti: «Dovete morire». Quegli slogan, qualche mese più tardi, le sono costati il licenziamento.