Tutta Italia si ricorderà del caso che ha sconvolto l’opinione pubblica per mesi se non anni. La morte della piccola Sarah Scazzi per mano della cugina Sabrina Misseri e della zia Cosima Serrano, entrambe condannate al fine pena mai. Una pena ormai definitiva che però ancora adesso lascia dei dubbi in molte persone, che credono sia stata più una condanna mediatica che del tutto priva di dubbi.
Sabrina e Cosima infatti, sono state definitivamente condannate in base alla testimonianza di un fioraio, l’unico che avrebbe visto le due donne prendere Sarah per farla salire nella loro auto il giorno e l’ora ( suppergiù) del decesso, salvo poi ritrattare e dire che si sarebbe trattato solo di un sogno. Fatto sta che ancora ad oggi l’unico che si dichiara colpevole del delitto, ovvero Michele Misseri, padre di Sabrina, è stato condannato solo per occultamento di cadavere. Ricordiamo infatti che è stato lui a far ritrovare il corpo della piccola di Avetrana, confessione arrivata durante la diretta di Chi l’ha visto.
Movente di un delitto tanto atroce? Secondo la condanna, la gelosia provata da Sabrina nei confronti di Sarah per colpa di Ivano Russo, giovane di cui Sabrina era innamorata, che dopo una breve parentesi con la ragazza l’avrebbe lasciata riservando invece attenzioni alla più piccola e secondo molti, più carina, cugina minore. Un movente che se ha convinto gran parte dell’opinione pubblica ha lasciato comunque qualche dubbio.
Sabrina Misseri non sta bene
Ma come sta oggi Sabrina Misseri? A quanto pare Sabrina non starebbe affatto bene. Stando a voci che sono arrivate a Donnaspia da persone vicine alla giovane, la ragazza avrebbe addirittura tentato il suicidio nel carcere di Taranto dove attualmente è detenuta con la madre Cosima. Un gesto estremo nato dalla consapevolezza di dover passare l’intera vita chiusa nel carcere dopo una sentenza che non ha creduto alla sua versione. Sabrina infatti si è sempre proclamata innocente, non accettando nessun compromesso anche legale che avrebbe potuto in qualche modo attenuare la pena.
Alla ragazza sono stati anche negati i permessi premio. Per i magistrati il fatto che Sabrina non abbia ammesso il delitto indica in lei la mancanza di una rivisitazione critica del suo ‘pregresso comportamento deviante’. La Cassazione ha quindi confermato il “no” alla richiesta della Misseri di un permesso premio per uscire dal carcere di Taranto. Insomma nonostante la buona condotta, la giovane dovrà trascorrere il resto della vita chiusa in prigione.
L’appello alla Corte dei diritti umani
Una decisione che secondo gli avvocati lede i diritti umani tanto che il caso è stato portato davanti alla Corte europea di Strasburgo che ha considerato ammissibile il ricorso presentato dai legali della ragazza. A confermare un forte stato di debolezza e depressione della ragazza anche il suo ex avvocato, Professor Franco Coppi, che intervistato da DonnaSpia ha specificato come non senta più, neanche con rapporto epistolare, la sua vecchia assistita a causa del suo stato di salute.
La sorella, Valentina Misseri, unica della famiglia ad essere in costante contatto con le detenute e sicura della loro innocenza, infatti gli avrebbe detto che la sorella minore non sta affatto bene sia fisicamente che psicologicamente. Questo confermato anche della lettere inviate dove Sabrina continua a proclamare la sua innocenza e l’ingiustizia ricevuta. Una preoccupazione quella per Sabrina, che si è rivelata fondata stando appunto alle voci. Un grido di aiuto forse di una ragazza condannata prima dal popolo e poi dalla giustizia per un delitto che ancora oggi non sembra essere certo oltre ogni ragionevole dubbio.
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