C’è una novità sul caso Vannini. A rivelarla è una testimonianaza a Le Iene di un amico di lunga data del maresciallo dei carabinieri Roberto Izzo. È l’uomo che Antonio Ciontoli chiama, come risulta dagli atti, subito dopo l’arrivo all’ospedale nella notte dello sparo su Vannini. Quella telefonata nota agli investigatori ha fatto parte dell’iter processuale della vicenda che ha visto in Appello una condanna a 5 anni per Ciontoli e a 3 anni per gli altri componenti della famiglia e all’assoluzione della fidanzata del figlio.
A quanto pare, secondo quanto raccontato davanti alle telecamere di Mediaset da Davide Vannicola, amico di Roberto Izzo, prima della telefonata tra Ciontoli e il carabinieri finita agli atti, ce ne sarebbe stata un’altra. Un’altra conversazione proprio tra lo stesso Ciontoli e il militare. Questa circostanaza e il contenuto di questa telefonata misteriosa sarebbe stato rivelato dallo stesso Izzo a all’amico Davide.
E qui Vannicola racconta tutto: “Izzo sapeva – racconta Vannicola – che a sparare era stato il figlio di Antonio, Federico Ciontoli. E fu egli stesso a suggerire al padre di prendersi la colpa, perché facendo parte dei Servizi non gli avrebbe precluso più di tanto, mentre il figlio è giovane…”.
Qui arriva invece il racconto della telefonata che potrebbe riaprire il caso e ribaltare anche il processo: “Mi disse che Ciontoli l’aveva chiamato per risolvere un problema. ‘Robè è successo un guaio.
Qui la mia famiglia ha fatto un casino, c’è il ragazzo di mia figlia ferito nella vasca, me devi aiutà. Hanno fatto un guaio grosso”. Dietro queste parole, dietro quell’hanno fatto ci sarebbe l’ammissione di Ciontoli che di fatto uscirebbe dalla scena del delitto. Da parte sua Izzo a Giulio Golia de Le Iene ha risposto: “Questa storia sta diventando imbarazzante un po’ per tutti.
Io ho giurato davanti a un tribunale di dire la verità”. Ora i legali della famiglia Vannini potrebbero approfondire la confessione dell’amico di Izzo per dare un nuovo corso al processo.