Nei prossimi giorni una nuova tegola potrebbe abbattersi sul reddito di cittadinanza. A maggio una valanga di disdette rischia infatti di spazzare via dalla platea degli attuali beneficiari del sussidio decine di migliaia di nuclei insoddisfatti. I moduli per rinunciare al bonus dei grillini saranno pronti nei prossimi giorni. La misura chiave dei Cinquestelle rischia tra le 60 mila e le 130 mila defezioni, complici i bassi importi erogati sulle card gialle in fase di distribuzione: solo sul 16 per cento delle tessere magnetiche sono state accreditate somme superiori a 750 euro.
La possibilità di disdire il sostegno a dire il vero non era stata prevista dalla legge che quest’anno ha introdotto il cavallo di battaglia dei pentastellati. Ma dopo che in questi giorni molti cittadini delusi (soprattutto al Sud) hanno chiesto al personale dei Caf e delle sedi Inps come fare per rinunciare al reddito di cittadinanza, è apparso evidente che fosse necessario trovare una soluzione. La procedura per uscire dalla platea dei beneficiari sarà pronta entro la metà del mese. A fare retromarcia non sarà solo chi si è visto assegnare un bonus mensile di 40 euro, anziché di 780 euro come si era immaginato in partenza. Anche chi ha ricevuto importi maggiori, ma comunque al di sotto delle aspettative, potrebbe ripensarci, dal momento che il beneficio comporta specifici obblighi lavorativi e controlli più approfonditi da parte del fisco. Insomma, per i percettori della versione extra-light del reddito di cittadinanza il gioco potrebbe non valere la candela.
I NUMERI
Sono state già consegnate 300 mila card, secondo quanto dichiarato dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico nei giorni scorsi. Entro la fine della settimana ne verranno rilasciate circa altre duecentomila. Le domande trasmesse a marzo che risultano essere state approvate lo scorso mese dall’istituto di previdenza, stando agli ultimi aggiornamenti ammontano a 490 mila. Il 13% dei nuclei ha ricevuto però tra 40 e 100 euro mensili: gli intestatari delle card più povere sono circa 60 mila.
Presumibilmente, il grosso delle defezioni si concentrerà in questa fascia di utenti. È inevitabilmente rimasto deluso anche l’8% dei nuclei (40 mila famiglie) che ha ottenuto tra i 100 e i 200 euro. Sono considerati a rischio pure i beneficiari a cui sono stati riconosciuti tra i 200 e i 300 euro mensili, il 7,2% sul totale degli attuali aventi diritto. Il gruppo degli insoddisfatti dunque conta almeno 130 mila famiglie, pronte a voltare le spalle al reddito di cittadinanza dopo appena due mesi. Per via degli importi erogati finora, il sussidio dei pentastellati non risulta competitivo agli occhi di chi lavorava (e guadagnava) in nero. In media le card hanno una dotazione di 520 euro, ha chiarito l’Inps ad aprile.
Chi è rimasto deluso dall’entità della somma che gli è stata attribuita potrebbe decidere perciò di annullare la richiesta per il sussidio, così da tornare a lavorare in nero senza correre rischi: i furbetti del reddito di cittadinanza che vengono scoperti a barare dalle autorità rischiano infatti fino a sei anni di carcere. Ma le domande di disdetta sono destinate a crescere ancora e in estate potrebbero addirittura superare la soglia delle 200 mila richieste. È quanto emerge esaminando gli ultimi numeri diramati dall’Inps. Il reddito di cittadinanza ha appena festeggiato il milione di domande (1.016.977) grazie soprattutto al successo riscontrato dalla misura al Sud. A fronte di un tasso di rifiuto che al momento si aggira tra il 20 e il 25 per cento, si stima che entro la fine del mese il numero delle card funzionanti arrivi nella migliore delle ipotesi a quota 800 mila. Di queste, tuttavia, circa 250 mila avranno un plafond di spesa inferiore a 300 euro. Le tessere con meno di 200 euro saranno circa 150 mila. Quelle con importi compresi tra 40 e 100 euro saranno quasi centomila.
I RISPARMI
I bassi importi continueranno dunque a ingrossare con ogni probabilità le fila dei delusi. Le disdette contribuiranno anche ad allargare il tesoretto che deriverà dagli insuccessi del reddito di cittadinanza. Per il sussidio il governo gialloverde ha stanziato 5,6 miliardi di euro solo per alimentare le card, nell’ambito di un fondo complessivo pari a 7,1 miliardi per il 2019. Il presidente dell’Inps ha ammesso che rimarrà una quota importante di risorse, circa un miliardo di euro. Una stima che appare tuttavia prudenziale, ma che ha comunque spostato decisamente più in alto l’asticella rispetto alle precedenti dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio, che solo due settimane fa aveva parlato di qualche centinaio di milioni di euro di risorse in eccesso.