Gilet Gialli: “Golpe in Europa, sono pronti ad uccidere”

di redazione

Gilet Gialli: “Golpe in Europa, sono pronti ad uccidere”

| sabato 08 Dicembre 2018 - 14:32

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Gilet Gialli: “Golpe in Europa, sono pronti ad uccidere”

Gilet gialli: «Sono pronti a uccidere».Maschere, fionde e sassi: già 278 fermati

La capitale sotto assedio chiude tutto e attende migliaia di manifestanti. L’Eliseo: «Rischio vittime». Rabbia per il video dei liceali in ginocchio

Dal nostro corrispondente
PARIGI

— La capitale attende oggi l’arrivo di migliaia di «gilet gialli» che, con il quarto atto della loro protesta, sperano di dare la spallata definitiva a un sistema sociale che sentono come ingiusto. Lo dice esplicitamente Éric Drouet, uno dei tanti portavoce del movimento, che parla di «entrare dentro l’Eliseo» e si dice certo che oggi sia «l’ultimo capitolo», vittorioso, della rivolta.

Al grido di «Macron démission», lo slogan che unifica le anime molto diverse della protesta, i manifestanti venuti da tutta la Francia e dalle periferie si riuniranno sugli Champs Elysées, alla Madeleine, alla Bastiglia e in altre zone di Parigi. I loro proclami sono minacciosi, e l’Eliseo ha evocato migliaia di persone pronte a marciare a Parigi «per uccidere». Già prima delle 9, i fermati erano 278 nella sola capitale: avevano con sé maschere, sassi e fionde. Il premier Edouard Philippe annuncia la mobilitazione di 89 mila agenti delle forze dell’ordine in tutta la Francia di cui 8 mila solo a Parigi, dove saranno pronti a intervenire anche 12 blindati della gendarmeria.

Sui viali che portano all’Arco di Trionfo si vedono commercianti e titolari di ristoranti che cercano di proteggere i loro locali inchiodando barriere di legno alle vetrine, ma tutta la città oggi vivrà nella paura che si ripetano, in forma più grave, gli incidenti di sabato scorso. Nonostante lo shopping natalizio i grandi magazzini rimarranno chiusi così come le scuole, i musei (dal Louvre a quelli più piccoli), la Tour Eiffel e decine di stazionidella metro. La vita della città sembra turbata come non era successo neanche dopo gli attentati del 2015.
Dopo i 130 morti del 13 novembre Parigi aveva reagito, il presidente Hollande esortava a uscire, a tornare nei ristoranti e nei teatri, tutto restò aperto e si andava in metro e nei locali come piccola forma di resistenza anche personale, per quel poco che contava. Invece di fronte ai gilet gialli il governo attuale appare in preda al panico, evoca possibili vittime e raccomanda a tutti prudenza. La violenza sembra fuori controllo, da parte di alcuni manifestanti ma anche della polizia: grande emozione per il video di 151 liceali di Mantes-la-Jolie tenuti per ore in ginocchio, con le mani dietro alla nuca, dopo gli incidenti durati tre giorni. Il presidente Emmanuel Macron ha già annunciato che non prenderà la parola prima dell’inizio della prossima settimana.

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