Si scrive un altro capitolo della disputa sull’eredità di Gina Lollobrigida, morta all’età di 95 anni lo scorso 16 gennaio. Nonostante l’immenso patrimonio, la diva sembra non aver lasciato altro che beni modesti e pochissimi oggetti di valore oggetti.
Il figlio Andrea Skofic ha messo in piedi una battaglia legale per circonvenzione di incapace nei confronti dell’assistente della madre, Andrea Piazzolla. L’ex factotum di Gina Lollobrigida è accusato di circonvenzione di incapace per aver sottratto beni dal patrimonio dell’attrice tra il 2013 e il 2018.
Nell’ultima udienza è emerso che nulla è rimasto del patrimonio della diva, ma entrate e uscite si pareggiano a somma zero. In aula erano presenti Andrea Skofic, figlio della Bersagliera, e l’imputato Andrea Piazzolla. Al termine della requisitoria la pm Eleonora Fini ha chiesto per lui una condanna a sette anni e sei mesi, il massimo previsto dal codice penale per questo reato.
La pm, come riferisce il “Corriere della Sera”, ha sottolineato che: “Il rapporto fra vittima e imputato era squilibrato. C’è la manipolazione e ci sono una serie di atti contrari al proprio interesse da parte di Gina Lollobrigida”. Come si legge sul “Corsera”, la perizia portata in aula attesta che l’attrice era “raggirabile” per via di una certa vulnerabilità dovuta all’età.
Il patrimonio della diva ammontava a circa dieci milioni di euro
Sempre secondo l’accusa, Andrea Piazzolla si sarebbe nel tempo appropriato indebitamente di case, gioielli, contanti e automobili di proprietà dell’attrice. La pm insiste inoltre sul fatto che il factotum abbia deliberatamente isolato la donna da amici e affetti proprio per ottenere il pieno controllo dei suoi beni. Gli avvocati degli eredi hanno dichiarato che il patrimonio di Gina Lollobrigida, quando conobbe Andrea Piazzolla nel 2009, ammontava a circa dieci milioni di euro.
Non c’è traccia adesso né del denaro né dei beni. Dal canto suo, la difesa del factotum afferma che tutto sia stato donato in perfetta autonomia dall’attrice.
Indicativa per l’accusa la circostanza secondo la quale sia stato difficile reperire la somma di 30mila euro necessaria per una cura odontoiatrica della diva. Dopo la richiesta della pm, la difesa di Andrea Piazzolla ha dichiarato: “Questo è un processo triste nel quale si cerca di far prevalere un atteggiamento moralistico e censorio verso una grande anziana che si è goduta i suoi ultimi giorni grazie alle cure affettuose di un giovane. Piazzolla le ha salvato la vita più volte e non solo in senso lato”.
L’avvocato di parte civile: “Un caso di circonvenzione di incapace così agghiacciante non mi è mai capitato”
Come riporta “La Repubblica”, secondo il difensore di parte civile, l’avvocato Michele Gentiloni Silveri si tratta di “un caso di circonvenzione di incapace così agghiacciante non mi è mai capitato. Piazzolla, in un piano lucido perseguito fini agli ultimi giorni. Da una parte ha solleticato l’io narcisistico di Gina Lollobrigida e dall’altra si pone in termini di necessità della sua presenza a fianco di Gina. Si presenta come il salvatore, in ogni situazione. Ma l’elemento salvifico è possibile solo se il soggetto è isolato”. La pm Eleonora Fini ha inoltre sottolineato come nelle perizie si parli di “compromissione decisionale della signora in modo molto chiaro. La corte parla di deficienza psichica in maniera esplicita.
Questa condizione è stata palesemente riscontrata nella Lollobrigida.
Isolamento affettivo e responsabilità attribuite nella rapina in villa a familiari: tutto integra la confusione della diva. L’autore delle suggestioni è a mio avviso l’imputato. La signora era nelle mani dell’imputato. Piazzolla è stato il migliore factotum della Lollobrigida ma il rapporto di squilibrio nasce quando lei si convince che lui sia insostituibile. Le viene fatto credere questo. Inoltre si crea un isolamento attorno a lei”. Andrea Piazzolla è stato anche rinviato a giudizio con l’accusa di essersi appropriato della Jaguar dell’attrice dalla quale ha guadagnato 130mila euro. Adesso si attende la decisione dei giudici.