BASSANO. Aveva il diploma di geometra ma si era inventato una carriera da ginecologo che, in più di trentacinque anni di attività, l’ha portato addirittura a rivestire il ruolo di primario. Altro che titoli e preparazione per operare donne ammalate o far nascere bambini, a voler fare i generosi, Andrea Stampini, avrebbe potuto al massimo redigere progetti.
Ora che la procura di Venezia ha chiuso le indagini sul finto ginecologo di 65 anni, originario di Ferrara ma Bassanese di adozione (a Bassano ha lavorato dal ’97 al 2014), il quadro sui reati a suo carico è più chiaro. Stampini, cacciato dall’ordine dei medici di Ferrara per mancanza di requisiti, che per quasi quattro decenni ha millantato una laurea in medicina, che però non è ancora riuscito a dimostrare di avere conseguito, tanto che proprio non riesce a recuperare nemmeno l’attestato, adesso si trova senza niente e con un processo alle porte che potrebbe portarlo a sborsare 2 milioni e mezzo di risarcimento per gli stipendi ricevuti illegittimamente.
Tutto questo con casa e garage bassanesi sequestrati e la revoca totale della pensione da parte dell’Imps, inizialmente revocata solo in parte dalla Corte dei conti. Il sedicente medico, infatti, avrebbe passato 36 anni ad operare sia in ambulatori che in sale parto, 17 dei quali passati all’ospedale San Bassiano, dove ha concluso la sua “carriera” nel 2014, quando è andato in pensione. Le accuse formulate dalla procura di Venezia e da quella di Vicenza sono di esercizio abusivo della professione e lesioni colpose. Quest’ultima accusa è motivata dai danni che il finto ginecologo avrebbe provocato a un neonato nel corso di un parto problematico nel corso del quale i genitori chiedevano di intervenire con un cesareo mentre il medico insisteva nel procedere con un parto naturaleo. Il fatto sarebbe avvenuto il giorno di Santo Stefano del 2014 all’ospedale di Dolo, dove Stampini avrebbe continuato ad esercitare la professione medica dopo la pensione, in forma di libera collaborazione professionale.
È stato proprio l’appello al tribunale dei diritti del malato presentato dai genitori del neonato, una giovane coppia di Camponogara, che aveva pure presentato un esposto in procura a Venezia nei confronti del ginecologo, quello che poi ha fatto scattare le indagini i cui esiti sono pronti ad essere dibattuti nel processo alle porte.
Secondo le indagini effettuate dai carabinieri del Nas, Stampini non avrebbe mai conseguito la laurea in medicina, e non avrebbe nessun tipo di titolo accademico. All’università di Bologna non c’è traccia della sua laurea, e non sarebbe autentica nemmeno l’iscrizione all’albo dei medici di Ferrara, che avrebbe ottenuto grazie alla presentazione di un’autocertificazione, accompagnata da un’autentificazione notarile. Questi ed altri dettagli importanti a cui sono arrivate le indagine sono raccolti nelle oltre 2 mila pagine del fascicolo depositato in procura dal sostituto procuratore di Venezia Carlo Gava.
Adesso la palla passa all’avvocato di Stampini, David Zanforlin, che fino ad ora non è riuscito in nessun modo a trovare le prove utili a dimostrare la veridicità dei titoli accademici dichiarati e usati dal suo assistito.
In attesa che venga fissata la data della prima udienza, il finto ginecologo vive in condizioni di indigenza, tirando avanti, a quanto pare, solo grazie al sostegno economico di alcuni amici che evidentemente credono ancora nella sua buona fede. Come detto a Stampini è stata revocata in toto la pensione. Lo scorso inverno, su ricorso del suo legale, Stampini si era visto concedere dalla Corte dei Conti il parziale dissequestro dei beni con l’accesso a quattro quinti del suo trattamento pensionistico. Ora non più. Si va verso il processo.