Giulia Depentor, l’influencer dei cimiteri: “Racconto le storie dei defunti”

di Redazione

Giulia Depentor, l’influencer dei cimiteri: “Racconto le storie dei defunti”

| lunedì 30 Ottobre 2023 - 20:46

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Giulia Depentor, l’influencer dei cimiteri: “Racconto le storie dei defunti”

È l’iniziativa dell’influencer Giulia Depentor, 40 anni, originaria di San Donà, Venezia, ma residente a Treviso. Raccontare le storie di chi non c’è più, frequentando i posti dove riposano per sempre, partendo dalle foto.

Il suo progetto nasce nel periodo della pandemia, quando ha iniziato a girare per i campisanti. Poi è arrivato il suo podcast che accompagna alla scoperta dei cimiteri del mondo: “Questo è Camposanto, il podcast dedicato a chi ama i cimiteri.

Io mi chiamo Giulia Depentor e amo leggere le storie scritte sulle lapidi, osservare le fotografie sbiadite dal tempo e immaginare le vite degli abitanti di queste immense città ultraterrene” spiega. In un’intervista al “Corriere della Sera” racconta: “Non avevo grandi aspettative, all’inizio. Pensavo, al contrario, che sarei stata vista come strana… Invece fin dalla prima puntata, ho avuto un grandissimo riscontro”.

Giulia Depentor (Foto Instagram)

“Fin da piccola ero affascinata dalle lapidi e soprattutto dalle foto”

Il suo podcast, che si può trovare su tutte le principali piattaforme, da Spotify al suo sito personale, giuliadepentor.it, è cresciuto tanto che i suoi followers su Instagram si chiamano i “Camposanter”. Giulia Depentor racconta come è nata questa passione: “Da piccola ero solita accompagnare le mie nonne in cimitero e le aspettavo mentre sistemavano le tombe dei miei nonni. Passavo le ore ad ascoltare le loro storie e aneddoti. Ero affascinata dalle lapidi e soprattutto dalle foto, accompagnate da date ed epitaffi”. Trent’anni dopo, però, l’influencer ha iniziato a visitare i cimiteri con un altro punto di vista, analizzando anche il contesto storico e artistico con l’intento di riscoprire le storie dimenticate dei defunti. Ha visitato diversi luoghi come il cimitero dei suicidi di Grunewald a Berlino, quello del Far West a Bodie in California, quello di Aoyama a Tokyo, passando per i non cimiteri di Rarotonga nell’arcipelago delle isole Cook.

Giulia Depentor (Foto Instagram)

“L’Italia è uno dei pochissimi Paesi con le foto sulle tombe”

Una ricerca che ha portato la donna a decidere di raccogliere tutte le sue esperienze in un libro pubblicato da Feltrinelli Editore dal titolo “Immemòriam”. “Per me è un traguardo importantissimo – afferma – ci penso dalla pubblicazione del primo episodio del mio podcast: si tratta di un viaggio attraverso i cimiteri, in cui seguo la traccia di misteri, leggende e delitti in memoriam dei personaggi importanti del nostro Paese. Con questo progetto vorrei rendere l’esplorazione cimiteriale un’attività normale, come già accade in nord Europa”. Poi racconta: “Ogni cimitero è diverso e ci sono differenze sostanziali tra un paese e l’altro sia per struttura, che per approccio e concezione. L’Italia è uno dei pochissimi Paesi con le foto sulle tombe e questo perché noi abbiamo bisogno di mantenere uno stretto legame con il defunto”.

Giulia Depentor (Foto Instagram)

“Nelle isole Cook, in Nuova Zelanda, la sepoltura avviene nelle case”

Giulia Depedor racconta: “In un cimitero a Los Angeles, invece, ho visto un cinema all’aperto, mentre nelle isole Cook, in Nuova Zelanda, la sepoltura avviene nelle case.

Mi hanno spiegato che la morte è ritenuta parte integrante della vita; non ne hanno paura perché la ritengono una cosa del tutto familiare”.

Nonostante abbia visitato centinaia di cimiteri, l’influencer ammette che le capita ancora di avere paura. “Una volta ero al cimitero di Marsiglia, completamente sola -, racconta – Sono entrata in una cappella familiare, perché la porta era aperta e dentro ho trovato una bara, messa in piedi e vuota. Ho iniziato a pensare cose strane e sono scappata dal cimitero. Poi ho riso della mia paura”. Il suo preferito? Quello di San Michele in isola, a Venezia. E lei che rapporto ha con la morte? “Voglio essere cremata – risponde -. Ho il terrore di essere sepolta viva, come in un racconto di Edgar Allan Poe”.

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